(DIRE) Roma, 24 mag. - Il 23 maggio, durante il convegno 'No alla violenza contro i medici e gli operatori sanitari', promosso dall'Omceo di Roma, che si e' svolto presso l'Ordine dei medici della Capitale, Foad Aodi medico fisiatra, consigliere delll'Ordine capitolino e fondatore di Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia) e dell'Umem (Unione Medica Euromeditteranea) e' intervenuto per comunicare la sua solidarieta' "a tutti i medici e ai professionisti della sanita' che hanno subito aggressioni di ogni genere. Le aggressioni e le violenze non hanno ne' colore ne' religione, in quanto sono solo brutti episodi che nascono dall'ignoranza. Le aggressioni sono tutte da condannare senza se e senza ma, dato che, attualmente, sono purtroppo un fenomeno in aumento dovuto a vari motivi, molto spesso legati alla crisi economica, sociale e di identita' che e' in atto. Sono anche in aumento a causa della pessima organizzazione strutturale e funzionale di alcune strutture pubbliche e private".
Aodi ha illustrato i dati forniti dello sportello Amsi riguardo a tutti gli episodi di discriminazioni nei confronti di medici e professionisti della sanita' di origine straniera negli ultimi 3 anni (2015-2017), i quali risultano essere in aumento del 40%. Sono stati segnalati in tutto 600 episodi di discriminazione, di cui ben 400 compiuti nei confronti di medici e odontoiatri stranieri a cui bisogna aggiungerne altre 200 inerenti a professionisti della sanita' stranieri (infermieri, fisioterapisti, farmacisti, psicologi...). Il 70% si verifica al nord e il 30% al sud. Il 50% del totale degli episodi e' provocato solo per motivi legati al colore della pelle o dei paesi di origine, il 25 per motivi economici, riguardanti personale sottopagato, pagato spesso in ritardo dopo 3 mesi di prova gratuita e non confermati come promesso nei colloqui iniziali, il 15% avviene per problemi inerenti alla lingua italiana, il 10% problemi religiosi (aspetti, abbigliamento e velo...).
Infine il consigliere dell'Ordine capitolino ha ribadito "l'importanza dell'unita' della categoria medica per affrontare tutte le problematiche in modo collegiale, in modo da avere piu' ascolto' dalle Istituzioni e dalle forze politiche. L'Italia non e' ne' sara' mai un Paese razzista nonostante alcune proposte di legge che profumano di razzismo, populismo e di strumentalizzazione politica".
(Wel/Dire)