(DIRE) Roma, 17 mag. - Non esiste allo stato attuale un sistema 118 che possa definirsi, in assoluto, quale modello ideale da portare ad esempio per il resto d'Italia. Tutti i sistemi 118 nazionali presentano lacune, per un verso o per l'altro, e solo una chiara, decisa, sostanziale riforma della legislazione vigente potra' sanare tutte le incongruenze e condurre alla definitiva omogeneita'. Lo scrive Mario Balzanelli, presidente nazionale SIS118.
La SIS118 si e' gia' posta, da anni, il problema ed ha gia' analizzato a fondo le criticita' dei Sistemi 118 italiani.
Utilizzando l'esperienza ventennale di tutti i suoi operatori, medici, infermieri e soccorritori, il 4 luglio 2012 e' giunta all'approvazione dei 'Criteri e Standard del SET-118', condivisi da tutti i rappresentanti di tutte le categorie di operatori della quasi totalita' dei SET-118 italiani, successivamente raccolti in un unico documento e regolarmente pubblicati, alle cui indicazioni tutti i 118 tendono ad uniformarsi, ognuno sforzandosi di superare le differenti difficolta' interne.
Relativamente al dibattito nazionale al riguardo emerso in questi giorni, vanno operate una serie di precisazioni: 1) Tempi di intervento allarme-target nei codici gialli e rossi. Questi interventi, caratterizzati da codici di alta gravita', relativi a situazioni in cui qualcuno e', rispettivamente, in potenziale (codici gialli) o evidente imminente (codici rossi) pericolo di vita, richiedono piu' degli altri la presenza di personale sanitario, insieme medico ed infermieristico, a bordo dei mezzi di soccorso, che sia in grado di effettuare diagnosi e terapia di emergenza potenzialmente salvavita.
Le realta' di Sistema 118 che, per modello organizzativo, inviano sempre tale personale sanitario qualificato in queste situazioni di rilevante obiettivo pericolo di perdita della vita hanno, in alcuni casi, tempi leggermente piu' lunghi rispetto alle altre quando riferite a contesti operativi in cui sia presente una orografia ed una viabilita' di maggiore complessita' e che, proprio per questo, dimostrano, dati alla mano, la necessita' organizzativa di disporre di un numero di mezzi di soccorso avanzato in numero percentualmente maggiore rispetto ad altre.
Le realta', invece, che riescono ad ottenere tempi piu' contenuti hanno, a seconda dei casi, una condizione viaria migliore e/o, avendo scarsa disponibilita' di ambulanze avanzate con medico ed infermiere, suppliscono con una maggiore presenza di ambulanze di base, con a bordo autisti - soccorritori che, in modo encomiabile, effettuano al meglio possibile anche la maggior parte degli interventi in codice giallo ed in codice rosso, pero' con i limiti - obiettivi - dello specifico ruolo.
2) Interventi per popolazione servita. La media nazionale di interventi rispetto alla popolazione servita e' dell'8% (80 interventi ogni 1.000 residenti). Tutti i SET-118 si avvicinano a questa percentuale e questo dimostra che non vi e' inappropriatezza, se non in margini percentuali accettabili. Le variazioni riscontrate dipendono da fattori locali e dalle funzioni svolte (interventi di soccorso, trasporti secondari, trasporto sangue, trasporto e'quipe per trapianti, ecc.). È quindi arbitrario, azzardato, ingiustificato e fuori luogo affermare, come recentemente affermato da un quotidiano nazionale, che al sud vi sia una minore fiducia nel 118 e nessun tecnico, realmente competente della materia, si sognerebbe mai di sostenerlo.
3) Numero di Centrali Operative 118. Se le Centrali Operative 118 fungessero solo da meri "call centers", altrimenti definibili quali "rispondifici telefonici", ne basterebbe una centralizzata per tutta l'Italia. Invece, ai sensi delle norme di legge ed in nome della funzionalita' del SET-118, la Centrale Operativa 118, che rappresenta il fulcro strutturale in cui insiste il "centro giuridico di responsabilita'" dell'intero sistema e, quindi, il centro direzionale di tutta l'attivita' sanitaria e del soccorso, deve mantenere un ambito operativo complessivo in grado di consentire di svolgere con efficacia ottimale l'attivita' istituzionale di governo clinico del Sistema, che non e' affatto esercitabile, con pari livello qualitativo, quando le dimensioni territoriali sono troppo vaste, allontanando - di fatto ed innaturalmente - la dirigenza dalle linee operative.
Non entro nel merito secondo cui, laddove le centrali Operative 118 siano in numero ridotto ed ognuna copra un ambito sovraprovinciale, possano esistere motivazioni locali che hanno richiesto, magari anche forzosamente, questa organizzazione.
Preciso, invece, in conformita' piena agli indirizzi del DPR del 27/03/1992, che ricordo e' tutt'ora pienamente in vigore, che le Centrali Operative 118 di livello provinciale sono nelle condizioni di qualita' gestionale e soprattutto - dati contabili alla mano - nelle condizioni di economicita' gestionale, di rispettare in modo ottimale l'esigenza di governare con autentica eccellenza il sistema afferente ad ogni SET-118.
4) Percentuale di accessi in ospedale. Le realta' che hanno una maggiore disponibilita' di equipaggi di soccorso sanitario, con medico ed infermiere a bordo, possono piu' facilmente risolvere a domicilio le urgenze minori ed evitare che questi pazienti affollino i Pronto Soccorso ospedalieri, con percentuali di filtro assai significative, in ambito statistico e di risparmio della spesa, secondo le quali, dati regionali alla mano, nei rispettivi territori vengono visitati, trattati e lasciati a casa anche e addirittura il 30 - 50% di tutti i pazienti per i quali sia stato richiesto l'intervento di soccorso del SET.
5) Introduzione del "112". Affermare che l'introduzione del 112 non allunghi i tempi di soccorso e' una vera e propria eresia. È ovviamente facile per tutti, anche per i non addetti ai lavori, comprendere che un doppio passaggio di telefonate non puo' che ritardare, oggettivamente, i tempi dell'attivazione del soccorso.
È ineluttabile che il cittadino/utente ha diritto di avere la migliore qualita' possibile di prestazioni nelle situazioni critiche in cui e' a rischio la sua vita.
Il Sistema "118", dal canto suo, ha il dovere di essere sempre, comunque e pienamente all'altezza del suo compito, specialmente nelle occasioni di estrema gravita'.
In questo senso, nelle patologie tempo-dipendenti del "Quintetto dell'ora d'oro" (arresto cardiaco, infarto del miocardio, ictus, trauma maggiore con lesioni craniche, toraciche e addominali, insufficienza respiratoria da edema polmonare, broncospamo, pneumoptorace) e' irrinunciabile effettuare un intervento di soccorso al massimo entro 15 minuti, altrimenti non vi e' alcuna possibilita' di salvare i soggetti che ne sono compiti.
È evidente che, in questi casi, l'intervento, per essere concretamente utile, deve essere effettuato da un equipaggio di soccorso sanitario costituito da medico ed infermiere, che possa porre la diagnosi, effettuare il trattamento immediato, recuperare le funzioni vitali, laddove perse, o stabilizzarle, laddove instabili, onde consentirgli di poter raggiungere ancora in vita, e nelle migliori condizioni cliniche possibili, l'ospedale idoneo per il trattamento successivo e definitivo.
L'arrivo, anche precoce, di un'ambulanza di base con soli soccorritori o comunque senza medico, non sempre e' in grado di consentire a questi pazienti che si trovano - obiettivamente - in condizioni di elevata criticita' clinica, quindi gravissime, di avere salva la vita ma, al contrario, puo' addirittura allungare i tempi della somministrazione della terapia di emergenza, e pertanto della stabilizzazione, che sarebbe rimandata al loro arrivo al Pronto Soccorso, a cui, nei casi di maggiore gravita', si puo' rischiare, anche con elevate probabilita', a seconda dei casi, di non giungere vivi.
In virtu' di cio', ribadisco la necessita' di dare ai SET-118 italiani la definitiva piu' adeguata stabilizzazione di organico professionale medico ed infermieristico che, con l'appoggio dei soccorritori laici, garantisce - "de facto" - l'efficacia del servizio ed il piu' elevato grado di sicurezza per i pazienti.
È, pertanto, necessario che il legislatore si adoperi per raggiungere questo obiettivo attraverso una nuova e qualitativa riforma del Sistema 118 nazionale che vada nella direzione di un suo netto potenziamento rispetto a tutti gli indirizzi ampiamente ed innaturalmente demolitivi ed economicamente svantaggiosi varati dalle gestioni politiche precedenti, e che riconosca e stabilisca, tassativamente, attraverso l'attenta analisi ed il sereno confronto delle esperienze, nazionali ed internazionali, le caratteristiche di qualita' e di funzionalita' del SET-118, riconoscendo, nella concezione e nella struttura degli impianti di governo strategico e degli assetti operativi sul campo, il ruolo squisitamente sanitario che gli compete.
(Wel/ Dire)