Roma, 17 mag. - Da un paio di giorni girano bozze del contratto di Governo Lega-5 Stelle. Tra smentite e conferme, tra aggiornamenti e modifiche, anche se non dovesse trattarsi delle versioni definitive del Documento che leghisti e pentastellati stanno scrivendo e' comunque possibile farsi un'idea, almeno in linea teorica, della direzione che intende seguire l'Esecutivo qualora dovesse formarsi un governo guidato dal Segretario Federale della Lega, Matteo Salvini e dal Capo Politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Lo scrive Antonio Magi, Segretario Generale SUMAI Assoprof.
Tralascio le considerazioni di carattere politico sulla trentina di punti chiave individuati nel documento e distribuiti in circa 40 pagine e vado dritto al Punto 20, quello dedicato alla Sanita', premesso che ulteriori cambiamenti/miglioramenti possono ancora essere fatti.
In linea di massima le due pagine dedicate alla sanita' sono condivisibili specie quando si parla di tutela del Ssn e dei suoi principi cardine a partire dell'equita' nell'accesso alle cure e l'uniformita' dei Lea, quando si sostiene la necessita' di finanziare il Sistema prevalentemente con la fiscalita' generale riducendo al minimo la compartecipazione dei cittadini.
Sicuramente condivisibile la parte dedicata al "recupero delle risorse" da destinare al Ssn anche se il come e' piuttosto aleatorio, perche' la formula la sentiamo ripetere da anni, in quanto si parla di generica "lotta agli sprechi e alle inefficienze, e grazie alla revisione della governance farmaceutica e sanitaria, all'attuazione della centralizzazione degli acquisti, all'informatizzazione e digitalizzazione del Ssn, alla revisione delle procedure di convenzionamento e accreditamento, alla lotta alla corruzione e alla promozione della trasparenza".
Interessante la parte in cui si afferma la necessita' di "garantire, implementare e integrare i servizi socio-sanitari, superando il modello ospedalo-centrico". Concetto che noi Specialisti Ambulatoriali Interni, che operiamo sul territorio insieme ai Mmg e ai Pls, ripetiamo da anni, tant'e' che poi piu' avanti il contratto del Governo giallo-verde suggerisce "l'indispensabile implementazione di un coordinamento territoriale a livello di distretto sanitario, cosi' da orientare e indirizzare gli utenti nei servizi territoriali e ospedalieri disponibili, favorendo la scelta appropriata del luogo di cura".
Il punto pero' a mio avviso piu' importante e' quello dedicato alle liste d'attesa, su cui occorre intervenire per ridurle. Nel documento si ipotizzano, tra gli altri: "l'implementazione di strutture a bassa intensita' di cura"; percorsi "di assistenza e di cura personalizzati e vicini al cittadino"; riordino del "sistema di accesso alle prestazioni nell'ottica di ridurne i tempi di attesa" e poi certo eliminazione di "ogni forma di spreco", fino all'eliminazione degli "squilibri tra le prestazioni istituzionali e quelle erogate in regime di libera professione, soprattutto con riguardo ai tempi di attesa". Perche', e qui veniamo al vulnus della questione, "il problema dei tempi di attesa e' susseguente anche alla diffusa carenza di medici specialisti, infermieri e personale sanitario. È dunque indispensabile assumere il personale medico e sanitario necessario".
Finalmente, mi verrebbe da dire. E si', perche' qui sta il nodo, la causa delle liste d'attesa: la carenza di medici specialisti che andati in pensione non sono stati sostituiti. O per meglio dire: la carenza di ore di specialisti ambulatoriali andati in pensione, specie in quelle branche dove le liste sono particolarmente lunghe, nonostante le Regioni e le Aziende abbiano stanziato sia i soldi che le ore. Risorse e ore che sono state distratte dal Territorio verso l'Ospedale per fare attivita' di tipo ospedaliero depauperando quindi gli specialisti ambulatoriali, specie quelli che lavorano nelle strutture pubbliche a diretta gestione, creando una condizione di minore offerta specie nelle branche maggiormente a rischio liste d'attesa.
La soluzione dunque e' destinare il numero corretto di ore al territorio. Creando un territorio che lavori in team, in quelle che il documento definisce "strutture a bassa intensita' di cura" per gestire l'attivita' prestazionale normale all'interno della quale ci sono anche gli accreditati.
Lo stesso contratto Lega-M5S riconosce la necessita' di investire in sanita', noi aggiungiamo: investire sul territorio, sulla specialistica e utilizzare la presa in carico dei pazienti per i malati cronici. Presa in carico del paziente che va fatta in equipe con i medici di medicina generale, gli specialisti ambulatoriali e i pediatri di libera scelta. E poi il personale infermieristico, tecnico sanitario, della riabilitazione superando i compartimenti stagni.
Tenendo presente che la presa in carico del paziente fa uscire questo dalle liste d'attesa perche' non si deve prenotare in quanto e' gia' preso in carico dalle equipe. In questo si risolve il problema delle liste d'attesa.
Ben venga dunque questo documento che, seppur in forma di bozza, sembra contenere idee su come affrontare alcuni problemi storici della Sanita' italiana, a partire dalle liste d'attesa, noi Specialisti Ambulatoriali Interni, ci siamo e siamo sempre disponibili ad un confronto.
Articolo tratto da quotidianosanita.it (Wel/ Dire)