(DIRE) Roma, 31 lug. - Circa 1.200 operatori sanitari in tutta Italia hanno subito un'aggressione e hanno dovuto interrompere la loro attivita' professionale, di cui un centinaio solo nel Lazio. È la fotografia scattata dall'Inail, ma sembra sia solo la punta di un iceberg. "In realta' questi numeri potrebbero essere tre volte superiori, perche' i colleghi molto spesso non denunciano". Parte da questa constatazione Antonio Magi, presidente dell'Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, rilanciando la sua proposta di attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario nell'esercizio delle loro funzioni, fatta in occasione dell'annuncio del ministro Giulia Grillo di volere inasprire le pene per le violenze contro gli operatori del settore.
"Mi aspetto che su questo tema- ribadisce Magi- ci sia un'azione decisa da parte del governo, con una proposta di legge che vada a creare delle condizioni sia di deterrenza che di pena nell'ambito di tutte le vicende riguardanti gli atti di violenza sugli operatori sanitari. La proposta del ministro Giulia Grillo di aumentare le pene ha valore, purtroppo pero' non crea le condizioni di deterrenza- spiega il presidente OMCeO Roma- in quanto il medico che ha subito un atto di aggressioni dovra' rivalersi personalmente contro l'aggressore".
In sostanza, "l'attribuzione di pubblico ufficiale al medico consentirebbe che sia lo Stato ad intervenire d'ufficio, e quindi direttamente in un'azione a tutela dell'operatore aggredito, garantendo anche la contezza reale del fenomeno. Attualmente, invece, il sanitario e' lasciato solo. È un grosso vulnus- ripete Magi- che sia l'operatore stesso a dover agire, perche' molto spesso gli atti di violenza non vengono denunciati. Certo, l'inasprimento delle pene e' previsto ma ancora non sappiamo a quanto ammontino".
L'Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri non e' rimasto a guardare e ha convocato tutte le parti. "Nel Lazio l'assessore alla Sanita', Alessio D'Amato, successivamente al nostro intervento, ha emanato un Decreto del Commissario ad Acta che prevede l'apertura di un Osservatorio sugli atti di violenza nella Regione- fa sapere Magi- per cercare di trovare le soluzioni e concordare con il prefetto di Roma e il ministero della Salute tutti gli atti necessari per avere contezza del fenomeno e trovare le soluzioni adeguate".
Ma quali sono le cause di questa crescente ondata di aggressivita' e violenza? "Il primo fattore e' legato alla scarsa sensibilita' da parte delle persone dei doveri e delle norme di comportamento. C'e' una scarsa educazione civica". In secondo luogo, aggiunge Magi, "assistiamo alla difficolta' dei cittadini di poter avere un servizio sanitario di cui hanno bisogno. Cio' e' amplificato dalle scarse risorse e dalla mancata assunzione di nuovi e giovani medici. Il turn over- ricorda il presidente OMCeO Roma- non c'e' stato e da un lato abbiamo pochi operatori che si trovano a dover operare, dall'altro molte pazienti in attesa".
La carenza dei medici e' un problema reale. "La spending review ha creato le condizioni del blocco del turn over- continua il presidente dell'Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri- in questi anni sono state poche le assunzioni, specie nelle regioni con il piano di rientro, e il numero del personale si e' ridotto fortemente". Da aggiungere che "tanti operatori non sono utilizzati a pieno. Molti specialisti ambulatoriali sono assunti con una media oraria di 20 ore settimanali invece che 38 ore, cosa che garantirebbe un maggiore servizio per i pazienti". Passarli a 38 ore equivarrebbe "ad assumere 5mila specialisti nuovi, darebbe assistenza sul territorio ed eviterebbe la carenza di specialisti negli ambulatori".
Quello che si verifica oggi e' un cortocircuito: "I cittadini, non trovando visite specialistiche sul territorio, si rivolgono agli ospedali dove e' presente una maggiore carenza di medici.
Cio' crea un afflusso inutile ai pronto soccorsi e piu' confusione, in quanto i medici si trovano a fare solo visite specialistiche e non codici rossi. Da qui si accresce l'espaseprazione di chi aspetta e magari ha un problema grave".
La soluzione e' "semplice", assicura il medico, "bisogna aumentare l'offerta rispetto alla domanda pianificando una buona programmazione. In primis dobbiamo sapere quali sono le branche che mancano. Le Regioni sostengono che mancano specialisti e vogliono mettere 'no specialisti' negli ospedali e nei poliambulatori territoriali- critica l'esperto- quando abbiamo ben 6.000 specialisti in attesa di essere assunti. Una cosa assurda".
Magi propone un momento di raccordo e di pianificazione tra "il ministero della Salute, quale coordinatore dei lavori, le Regioni e i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali dei medici e degli operatori sanitari (manca anche il personale infermieristico)". L'OMCeO di Roma e provincia partira' a settembre con una campagna di sensibilizzazione, "insieme alla Regione Lazio, sugli atti di violenza contro gli operatori sanitari. Lo slogan sara' 'Aggredire un medico vuol dire aggredire se stessi'- conclude- vogliamo far capire che il medico sta li' per dare sollievo e risolvere i problemi, non per crearne".
(Rac/ Dire)