(DIRE) Roma, 17 lug. - Non ci sono i pediatri. Un'emergenza non solo della pediatria di famiglia, ma della medicina generale, che "ci dice che tra 5 anni forse appenderemo il nostro camice e non ci saranno piu' pediatri a sostituirci". Lo ricorda Teresa Rongai, segretario della Federazione italiana medici pediatri del Lazio (Fimp) e segretario regionale del Cipe (Confederazione italiana pediatri).
Il problema e' nazionale. "Ce ne stiamo accorgendo in questi giorni che stiamo effettuando le turnazioni per poter fare le guardie il sabato e la domenica, come previsto nel nostro accordo regionale firmato il 4 maggio- continua Rongai- e ci rendiamo conto che abbiamo poverta' di medici". È una categoria che "va avanti con l'eta'- ricorda la pediatra- sono tutti 50-60enni e si raggiungera' il massimo del pensionamento nel 2020-2024. In quegli anni avremo una carenza molto importante".
Oggi "reggiamo ancora perche' si stanno immettendo con i vari concorsi sul territorio di Roma e delle altre province laziali nuovi specialisti- precisa il segretario Fimp Lazio- che purtroppo non sono tanto nuovi: pediatre e pediatri dai 40 ai 45 anni in su. Questo dimostra che anche l'ingresso nell'attivita' della Pediatria di famiglia sul territorio comincia abbastanza tardi".
Il percorso formativo e' molto lungo. "Dopo i 6 anni di medicina si attende un anno prima di fare il concorso di specializzazione in Pediatria. Un concorso difficilissimo perche' i posti in Italia sono circa 400. C'e' da aggiungere che la nostra specialita' fornisce anche specialisti per la neonatologia, per i pediatri neonatologi che lavorano nei centri nascita. I medici che si specializzano devono essere disponibili per gli ospedali, per i pensionamenti degli ospedalieri, del territorio e anche della neonatologia. La carenza e' questa- conclude Rongai- non si immettono tanti pediatri quanti ne servono".
(Wel/ Dire)