(DIRE) Roma, 13 giu. - L'Italia e' stato il primo paese europeo a dotarsi di una legge sul dolore. Parliamo della legge 38 del 2010 che a distanza di 8 anni non e' ancora ben conosciuta e uniformemente applicata. La Legge 38/2010 rende l'Italia all'avanguardia per aver sancito il diritto a tutti i cittadini a poter ricevere assistenza per cure palliative e terapia del dolore ma dopo otto anni la sua conoscenza e applicazione e' ancora a macchia di leopardo sul territorio.
E' possibile partecipare alla rilevazione condotta dall'Osservatorio volontario di monitoraggio delle cure palliative e della terapia del dolore istituito dalla Fondazione nazionale Gigi Ghirotti e coordinato dall'ex ministro Livia Turco, con lo stesso obiettivo dell'Osservatorio ministeriale ma con un punto di vista diverso: dar voce ai cittadini affetti da dolore acuto o cronico o che accedono alle cure palliative, per contribuire al miglioramento dell'accessibilita' e della soddisfazione di chi fruisce delle terapie. I primi esiti delle rilevazioni confermano disomogeneita' e diseguaglianze territoriali: il 63% dei cittadini intervistati non la conoscono, due italiani su tre. Tra le persone che dichiarano di essere affette da dolore cronico, il 45% vive da piu' di 6 mesi senza trovare soluzione al problema. Un dato reso ancora piu' drammatico dal fatto che il 17% degli intervistati non trova rimedi efficaci per oltre 5 anni.
L'analisi dell'Osservatorio offre pero' un dato positivo: le persone che hanno avuto accesso ai centri di terapia del dolore e agli hospice ne sottolineano la dote di qualita' umana e professionale. Tuttavia, ancore troppe persone e famiglie vivono nella solitudine della inguaribilita'.
(Wel/Dire)