(DIRE) Roma, 7 giu. - Si calcola che un pediatra nel corso della sua vita "veda almeno 1.300 malattie diverse. Il 40% sono malati rari. Il pediatra non deve essere il super esperto che diagnostica la malattia rarissima, ma quello che ha le capacita' di sospettarne la presenza di qualcosa di particolare per inviare il bambino alla struttura che potra' prenderlo in carico". A dirlo e' Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell'ospedale pediatrico Bambino Gesu' di Roma.
"A volte i programmi di formazione vengono imposti dall'alto e non sono forse i piu' importanti per le persone chiamate a formarsi. Inoltre, la formazione si puo' fare anche con sistemi poco utilizzati in Italia. Ero molto pessimista sui programmi di formazione a distanza- racconta il medico- ma quando ho fatto tre corsi di formazione a distanza gratuiti sui temi di genetica o delle malattie rare, e ognuno di questi corsi ha avuto almeno 25 mila studenti partecipanti, mi sono reso conto che se tocchi dei temi accattivanti, fai delle presentazioni semplici, chiare e dai un prodotto ben confezionato, possibilmente gratuito perche' la formazione bisognerebbe farla senza pagare, allora c'e' un grande seguito".
Dallapiccola lo ribadisce: "Il tema della formazione a distanza forse andrebbe un pochino rivisto. Non dobbiamo fare della formazione solo per creare l'alibi dell'utente ad avere dei punti che deve dimostrare alla sua direzione sanitaria. Per fare qualcosa di utile bisogna che la domanda venga dal basso. Deve provenire dai medici che lavorano sul campo e che sentono la necessita' di essere aggiornati su specifici settori. È una ricetta molto semplice, ma potrebbe avere successo per migliorare lo stato attuale della formazione".
In pediatria ci sono delle urgenze da affrontare. "Non e' casuale che l'Ospedale pediatrico Bambino Gesu' faccia tanta ricerca genetica- continua l'esperto- e non lo dico perche' sono un gentista medico, ma perche' il 70% dei bambini che entrano in Policlinico pediatrico hanno una malattia geneticamente determinata o a larga componente genetica. Partiamo dal fatto che ancora oggi gli insegnamenti della genetica a livello universitario non sono fatti con la profondita' e il numero di ore che io ritengo necessarie per fornire ai futuri medici quello che e' uno degli insegnamenti chiave in un mondo che sta puntando molto sulla genetica, sulle conoscenze e sulle basi biologiche della malattia. Oramai i genetisti medici- afferma Dallapiccola- non dovrebbero essere un manipolo scarso come accade in questo paese. Ogni medico dovrebbe avere una cultura profonda nell'ambito della genetica per capire cosa sta capitando. I grandi comunicati pubblicati sui Media riguardano sempre le scoperte nel mondo della biologia e della genetica. Lo sviluppo di nuovi farmaci passa di li'".
Secondo il direttore scientifico del Bambino Gesu' "bisognerebbe fare un grande investimento su questi temi, soprattutto con categorie come i pediatri che hanno a che fare con i bambini. Sappiamo che il peso delle malattie genetiche riguarda almeno il 3% dei neonati nel momento della nascita o nella prima settimana di vita. Molte malattie genetiche non sono congenite- conclude- ma vengono fuori a qualche mese, settimana di vita o nei primi anni di vita".
(Rac/ Dire)