(DIRE) Roma, 31 gen. - La partita per Ema non e' chiusa. A dirlo il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. "Dobbiamo. L'Ema e'importantissima, c'e' stata una gara tra 27 Paesi e due Paesi sono arrivati primi. Noi abbiamo fatto un figurone e anche la diplomazia italiana ha fatto un figurone. Poi c'e' stato un sorteggio e abbiamo perso al sorteggio. E' emerso negli ultimi giorni che forse ci sono state informazioni incomplete nella documentazione" presentata dagli olandesi. "La partita non e' chiusa: tuttavia non dobbiamo farci illusioni che sia facile riaprirla, perche' ci sono state procedure che in qualche modo sono state seguite".
Ecco il testo del ricorso presentato dall'Italia.
"Il Governo italiano ha impugnato davanti alla Corte di Giustizia dell'Unione europea la decisione, adottata a margine della riunione del 20 novembre 2017 - 14559/17, del Consiglio dell'Unione europea in formazione 'affari generali', pubblicata attraverso comunicato stampa che ne contiene il resoconto (Outcome of the Council meeting (3579th Council meeting): cfr., in All. A.1, il comunicato stampa medesimo, Presse 65, provisional version), nella parte in cui si e' stabilito che la nuova sede dell'Agenzia europea per i medicinali (in prosieguo l''EMA') fosse collocata ad Amsterdam.
A sostegno del ricorso, il Governo italiano ha proposto un unico motivo di ricorso, di sviamento di potere per difetto di istruttoria e travisamento dei fatti, indotto dalla non corrispondenza della situazione di fatto della sede di Amsterdam alle informazioni fornite in sede di offerta".
Questa la nota trasmessa dall'Avvocatura generale dello Stato, annunciando il ricorso contro la decisione del Consiglio dell'Unione europea di spsostare la sede Ema nel dopo Brexit da Londra ad Amsterdam. Ricorso in cui si chiede esplicitamente la riassegnanzione della sede a Milano.
Nel ricorso il Governo italiano chiede l'annullamento della decisione, perche' "posto che la decisione di assegnazione della sede e' avvenuta sulla base di una verifica meramente 'cartacea' delle dichiarazioni di parte, la veridicita' di queste dichiarazioni costituiva presupposto essenziale per la legittimita' della decisione e, specularmente, l'aver fornito - non importa se volontariamente o meno - informazioni inesatte o fuorvianti determina un evidente vizio del procedimento valutativo posto a base della decisione assunta".
Quindi "la non corrispondenza della realta' dei fatti a quanto rappresentato nell'offerta non puo' non riverberarsi sulla validita' della decisione finale".
Il Governo italiano chiede quindi alla Corte di Giustizia Europea di richiedere "al Regno dei Paesi Bassi, all'EMA e a ogni altra istituzione, organo o organismo, di fornire tutte le informazioni necessaria a dar conto dell'idoneita' di Amsterdam, quale sede dell'EMA, a soddisfare i criteri" individuati per la procedura dell'assegnazione della sede in cui si dava particolare rilievo alla necessita' che le Agenzie potessero assumere le proprie funzioni alla data del recesso del Regno Unito dall'Unione e alla continuita' operativa delle Agenzie (che implicava anche la capacita' di garantire una transizione agevole nella nuova sede), "e la coincidenza di tali informazioni con quelle poste a base dell'offerta; disporre ogni altro eventuale mezzo istruttorio ritenuto utile all'accertamento dei fatti".
E chiede soprattutto di "annullare la decisione adottata a margine della riunione del 20 novembre 2017- 14559/17, del Consiglio dell'Unione europea in formazione "affari generali", pubblicata attraverso comunicato stampa che ne contiene il resoconto à nella parte in cui si e' stabilito che la nuova sede dell'Agenzia europea per i medicinali fosse collocata ad Amsterdam e, per conseguenza, stabilire l'assegnazione della sede alla citta' di Milano".
(Wel/ Dire)