(DIRE) Roma, 29 gen. - "La carcinosi peritoneale e' uno stadio avanzato di malattia neoplastica in cui cellule tumorali maligne di origine gastrointestinale, ginecologica, raramente primitiva del peritoneo, metastatizzano nella cavita' peritoneale, cioe' in quello spazio virtuale all'interno del quale sono collocati la maggior parte degli organi intraddominali. Ogni anno la carcinosi peritoneale colpisce in Italia circa 25.000 persone con una prognosi largamente infausta. Nuove tecniche chirurgiche fanno crescere la speranza e, di conseguenza, le percentuali di guarigione o almeno di controllo dalla grave patologia oncologica". Cosi' in un comunicato il Policlinico Gemelli.
"Abbiamo sviluppato una notevole esperienza in questo ambito- spiegano Fabio Pacelli e Giovanni Scambia- di fronte a patologie complesse e' bene puntare sui centri dedicati dove personale specializzato puo' offrire le cure migliori e le piu' innovative. L'ultima casistica complessiva della nostra equipe conta 328 interventi di peritonectomia per carcinosi, 296 da tumore dell'ovaio, di cui 36 con HIPEC e 32 da tumori a origine gastrointestinali, tutti sottoposti a HIPEC e 45 procedure PIPAC che ha permesso ai pazienti di raggiungere ottimi risultati sopravvivenze e affermare il Policlinico Gemelli come leading center in Italia e in Europa per numero di pazienti affetti da carcinosi trattati".
"Fare il punto sulle diverse patologie che originano questa specifica condizione clinica, attraverso relazioni scientifiche e casi clinici, analizzare le metodiche diagnostiche e terapeutiche per definire i criteri dei vari stadi di tumore del peritoneo- spiega la nota- sono gli obiettivi del congresso "Peritoneal carcinomatosis: state of the art and future prospects" in corso oggi, venerdi' 26 gennaio, fino alle ore 18.00, presso l'Aula Brasca della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. Presiedono il meeting scientifico gli specialisti del Gemelli professore Fabio Pacelli, direttore dell'UOC presso l'Area di Chirurgia Addominale, e professor Giovanni Scambia, direttore Polo Scienze della Salute della Donna e del Bambino".
"Al centro del congresso- continua il comunicato- i metodi di cura in grado di guarire la carcinosi peritoneale oppure ridurne l'entita', rallentando la crescita quando la sua eradicazione completa risulti impossibile. Questo trattamento si basa sulla combinazione della citoriduzione chirurgica massimale (CRS Cytoreductive Surgery), della chemio-ipertermia intraperitoneale (HIPEC) oltre alla PIPAC (Pressurized Intraperitoneal Aerosol Chemotherapy), una nuova metodica di recente introduzione che e' stata sviluppata per il trattamento della carcinosi peritoneale nei pazienti sui quali non si puo' intervenire con la chirurgia citoriduttiva. Sono attualmente ongoing presso il Policlinico Gemelli due trial clinici sulla applicazione della procedura PIPAC: il PARROT (PIPAC Applied to platinum-Resistant Recurrence of Ovarian Tumor), ovvero uno studio di fase II sull'applicazione della PIPAC nelle pazienti con carcinosi ovarica platino-resistente, e un ulteriore studio di fase II sulle carcinosi gastro-intestinali inoperabili".
"La chemioterapia ipertermica intraoperatoria (HIPEC)- conclude il comunicato- consente di introdurre all'interno della cavita' peritoneale dosi molto elevate di sostanze chemioterapiche, incrementando l'esposizione dei tessuti e l'efficacia del farmaco senza pero' incorrere negli effetti collaterali in quanto il farmaco non viene iniettato nel circolo e quindi non si diffonde per via sistemica. Questo metodo viene eseguito solo in centri specializzati tra cui il policlinico Gemelli dove c'e' una casistica e un'esperienza importante".
(Wel/ Dire)