Roma, 11 gen. - La prima riunione del 2018 della Commissione Sanita' del Senato in regime di prorogatio dopo lo scioglimento delle Camere si e' conclusa con un voto unanime sul documento conclusivo dell'Indagine proposta nel giugno del 2013 dai senatori Nerina Dirindin e Luigi D'Ambrosio Lettieri sulla sostenibilita' del Servizio sanitario nazionale, con particolare riferimento alla garanzia dei principi di universalita', solidarieta' ed equita'. Quello della sostenibilita' del Ssn, si ricordera', era stato il leit motiv di tutta l'ultima fase della legislatura precedente dopo che per la prima volta ne parlo' nel novembre 2012 l'allora premier Mario Monti in piena crisi economica. Da allora il tema, che tradotto in poche parole e' quello del "possiamo ancora permetterci un Ssn che da' tutto a tutti?", non ha mai cessato di essere al centro di confronti e studi a tutti i livelli.
Quando i due senatori proposero all'attenzione della Commissione Sanita' appena insediata, (le elezioni si erano infatti svolte ad aprile 2013), l'opportunita' di dedicare parte dell'impegno della Commissione a sondare il mondo della sanita' nelle sue piu' varie componenti per cercare di trarre elementi utili a capire come stavano effettivamente le cose e poter offrire anche una chiave di lettura dello stato dell'arte della sanita' pubblica rispetto alle nuove sfide economiche, sociali ed epidemiologiche, l'assenso fu unanime.
Come unanime e' stato il voto conclusivo della Commissione su questo lavoro durato quasi cinque anni e il dato, a nostro avviso, va colto in tutta la sua importanza (e singolarita') visto che e' caduto in piena campagna elettorale. 'Abbiamo concluso un grandissimo lavoro durato diversi anni - ha spiegato a Quotidiano Sanita' la presidente della XII Commissione Emilia Grazia De Biasi -. Ringrazio per questo i due relatori e tutta la Commissione per il sostegno. Questo documento rappresenta l'ultimo approdo di un metodo collegiale di lavoro portato avanti in questi 5 anni. Abbiamo iniziato la legislatura con l'indagine su stamina - tema sul quale alla fine avevamo ragione -, c'e' stata poi l'indagine sulla Terra dei fuochi ed ora abbiamo concluso con questa sulla sostenibilita' del Ssn. Posso dire con orgoglio che, subito dopo le commissioni 'filtro', la Commissione Sanita' e' stata quella che ha lavorato di piu''.
Le conclusioni redatte dai due relatori non possono che partire dal titolo e dalla domanda intrinseca a capo dell'indagine: ma il nostro Ssn e' sostenibile o no? E la risposta, sulla quale, lo ripetiamo, hanno convenuto tutti - da Liberi e Uguali ai Cinque Stelle, passando per PD e FI - e' che, citiamo alla lettera il documento approvato: "Non si tratta di un problema economico (quante risorse sono necessarie)", perche' "la sostenibilita' del diritto alla salute e' prima di tutto un problema culturale e politico".
Che quindi porta a un'altra serie di domande: "Fino a che punto siamo disposti a salvaguardare i principi fondanti del nostro sistema sanitario nell'interesse della collettivita', garantendo a tutti coloro che ne hanno bisogno un'elevata qualita' di accesso alle cure, e nonostante la crisi economica? Quali cure il nostro sistema puo' riuscire a garantire nel modo migliore ai cittadini?". E la risposta della Commissione e' chiara: si tratta di "una questione di equita' e quindi di giudizi di valore, prima ancora che di sostenibilita' economica".
"In sostanza - dice la Commissione - la sostenibilita' della spesa puo' e deve essere affrontata come una sfida di pubblica priorita' nella riallocazione delle risorse per soddisfare al meglio i bisogni della popolazione". E in termini ancora piu' chiari, citando Roy Romanov (che presiedette una commissione analoga in Canada nel 2003), la Commissione conviene sul fatto che 'il sistema (sanitario, ndr.) e' tanto sostenibile quanto noi vogliamo che lo sia'.
Il documento approvato ieri, pero', non si limita alla sola analisi economica ma affronta moltissime questioni attinenti diversi aspetti del Ssn che rappresentano altrettante sfide: dall'invecchiamento alla cronicita', dal riassetto programmatorio del sistema alle politiche per il personale, dalla ricerca alla sanita' integrativa, e molto altro ancora. Insomma un lavoro impressionante per mole di dati raccolti e analisi proposte che puo' essere a tutti gli effetti considerato come la summa del lavoro della stessa Commissione Sanita' del Senato in questa legislatura.
Alla fine del Documento poi 10 considerazioni conclusive che i senatori lasciano all'attenzione dei partiti e delle forze politiche in questa campagna elettorale e soprattutto a chi sara' chiamato a governare e legiferare nella prossima legislatura.
Eccole: 1. il finanziamento del Ssn: le restrizioni imposte alla sanita' pubblica, in particolare nelle regioni sotto Piano di Rientro, hanno contribuito, dal 2010 ad oggi, a contenere in modo significativo la spesa sanitaria, ma stanno producendo effetti preoccupanti sul funzionamento dei servizi e sull'assistenza erogata ai cittadini. La Commissione ritiene che, nei prossimi anni, il sistema non sia in grado di sopportare ulteriori restrizioni finanziarie, pena un ulteriore peggioramento della risposta ai bisogni di salute dei cittadini e un deterioramento delle condizioni di lavoro degli operatori. Eventuali margini di miglioramento, sempre possibili, possono essere perseguiti solo attraverso una attenta selezione degli interventi di riqualificazione dell'assistenza, soprattutto in termini di appropriatezza clinica e organizzativa, evitando azioni finalizzate al mero contenimento della spesa, nella consapevolezza che i risparmi conseguibili devono essere destinati allo sviluppo di quei servizi ad oggi ancora fortemente carenti, in particolare nell'assistenza territoriale anche in relazione all'aumento delle patologie cronico-degenerative; 2. la sostenibilita' della spesa privata: la sostenibilita' della spesa sanitaria pubblica non puo' essere approfondita senza affrontare in modo esplicito il suo aspetto speculare, la sostenibilita' della spesa privata per la salute, di dimensioni rilevanti, in particolare in alcune settori di assistenza e per molte famiglie gia' pesantemente colpite dalla crisi economica. Particolare attenzione deve essere riservata alla spesa per le varie forme di protezione integrativa, analizzandone i costi e i benefici (per il singolo cittadino, per la collettivita' e per le finanze pubbliche), il ruolo nella tutela della salute nonche' l'adeguatezza della relativa disciplina a tutela del consumatore di prestazioni sanitarie; e' inoltre irrinunciabile un riordino complessivo degli aspetti regolatori e legislativi della sanita' integrativa finalizzandola a un concreto sostegno al servizio sanitario; 3. un piano straordinario di investimenti: la carenza di risorse per gli investimenti costituisce un elemento di grande debolezza per il Servizio sanitario nazionale: il degrado di molte strutture sanitarie, il mancato rispetto delle norme di sicurezza e l'obsolescenza di alcune dotazioni tecnologiche mettono a rischio la qualita' dei servizi oltre che la credibilita' delle istituzioni. Un Piano straordinario di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie, accuratamente disegnato in modo da evitare i passati insuccessi di alcune regioni, potrebbe costituire un volano per l'occupazione e la crescita, oltre che una occasione per ammodernare il patrimonio del Ssn, soprattutto nelle regioni piu' fragili. Un aggiornamento dello stato di obsolescenza delle strutture sanitarie pubbliche e della sicurezza delle stesse (per gli operatori e per i pazienti) appare fondamentale in vista di una nuova programmazione degli interventi. La Commissione propone inoltre l'inserimento delle infrastrutture sanitarie fra gli investimenti finanziabili attraverso i finanziamenti europei, a partire dai fondi strategici del piano Juncker; 4. la ridefizione e il monitoraggio dei Lea: Il complesso sistema di governance del Ssn,che non ha eguali in tutta la Pubblica Amministrazione e che ha anticipato le azioni di revisione della spesa oggi avviate in molti altri settori, ha consentito di ridurre i disavanzi e contrastare i maggiori fattori di inefficienza, ma non ha prodotto altrettanti risultati sul fronte della completezza dell'offerta, dell'accessibilita' delle cure e dell'equita' del sistema. La Commissione ritiene che debba essere garantita l'attuazione in tutto il territorio nazionale dei nuovi LEA, e che l'aggiornamento debba essere assicurato con regolarita' e in funzione dei reali bisogni di salute dei pazienti (dati i mutamenti socio-demografici ed epidemiologici di questi ultimi decenni) e secondo i principi della medicina basata sulle evidenze scientifiche, secondo le logiche di Health Technology Assessment. Ritiene inoltre che sia necessaria una robusta revisione degli strumenti di verifica del rispetto dei livelli essenziali di assistenza, in tutte le regioni e in particolare in quelle in Piano di Rientro, innovando nei metodi e nei contenuti, anche in relazione alle nuove evidenze oggi disponibili; 5. una governance per l'uniformita': nella tutela della salute le diseguaglianze fra regioni e all'interno di una stessa regione sono sempre piu' inaccettabili, soprattutto in un periodo di grave crisi economica; esse sono inoltre almeno in parte evitabili attraverso l'adozione di specifici programmi di intervento a livello locale, regionale e nazionale. L'obiettivo di una diffusa sanita' di buon livello, in cui le eccellenze non si contrappongo alle manchevolezze ma spiccano su una generale buona qualita' a disposizione di tutta la popolazione, deve essere considerato una delle priorita' per i prossimi anni. La Commissione ritiene opportuno uno specifico sforzo volto a promuovere un sistema organico di strumenti di governance per l'uniformita' degli standard dell'offerta sanitaria all'interno del Paese nei diversi aspetti dell'accesso, della completezza e della qualita' dell'offerta, degli oneri a carico dei cittadini, degli esiti in termini di salute. A questo riguardo una buona governance del sistema sanitario e sociale, capace di raccogliere le sfide imposte dai tempi, deve necessariamente estendere il proprio ambito di intervento anche alle gravi criticita' determinate dalle condizioni di poverta' e dalle emergenze ambientali che incidono sulla salute e sui bisogni di assistenza della popolazione; 6. le risorse umane: i molteplici vincoli imposti alla spesa e alla dotazione del personale stanno indebolendo il servizio sanitario in tutte le regioni, demotivando e destrutturando la principale risorsa su cui puo' contare un sistema di servizi alla persona. Un altro aspetto rilevante riguarda il rischio di carenza di professionalita' mediche, rischio che per quanto riguarda le professioni infermieristiche e' da tempo una certezza, con conseguenti gravi rischi anche per l'offerta sanitaria: le piramidi per eta' dei medici del SSN mettono in evidenza che l'eta' media e' intorno ai 54 anni, mentre l'eta' media dell'infermiere dipendente e' intorno ai 48 anni. Preoccupa l'uso intensivo della forza lavoro, con turni sempre piu' massacranti, largo impiego di precariato, penalizzazioni economiche e di carriera, fenomeni rilevati anche dall'Europa e dalla Corte di Giustizia europea. La Commissione ritiene urgente la definizione di un piano di programmazione per le risorse umane, che preveda una accurata revisione dei vincoli vigenti introducendo elementi di flessibilita', favorendo l'inserimento di nuove leve di operatori, rimodulando il turn-over, ipotizzando forme di staffetta intergenerazionale, superando il blocco dei contratti (anche solo nella parte normativa); 7. la formazione: la Commissione ritiene opportuno aprire una fase di verifica e revisione dei percorsi formativi, per l'accesso alle diverse professioni e per l'aggiornamento degli operatori della sanita', guardando ai contenuti, ai soggetti e ai luoghi della formazione, con l'obiettivo di utilizzare al meglio le risorse disponibili (sempre piu' limitate) e di innalzare la qualita' della formazione, in un'ottica di programmazione di medio-lungo periodo del fabbisogno di personale per il sistema di tutela della salute della popolazione. A tal fine e' necessario una maggiore compenetrazione, come ha sentenziato la Corte Costituzionale, tra la missione dell'Universita' (incentrata prioritariamente, ma non esclusivamente, su formazione e ricerca) e quella del sistema sanitario nazionale (prioritariamente rivolta alla cura e all'assistenza, ma sempre piu' attenta anche alla ricerca e alla formazione); 8. dare attuazione alla legge sulla sicurezza delle cure e sulla responsabilita' professionale degli esercenti le professioni sanitarie. La legge 24/ 2017 'Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonche' in materia di responsabilita' professionale degli esercenti le professioni sanitarie' costituisce un provvedimento di grande rilevanza per la tutela da un lato del paziente nel diritto ad una informazione completa e chiara e al risarcimento del danno in tempi brevi, e dall'altro di tutti i professionisti che operano nel settore e che si impegnano nella realizzazione dell'atto clinico (di per se' rischioso). Migliorare la gestione del rischio clinico, garantire sicurezza ai pazienti e agli operatori, contrastare la medicina difensiva (cioe' la tendenza dei medici a prescrivere piu' esami, visite e farmaci del necessario per scongiurare eventuali procedimenti giudiziari e richieste di risarcimento da parte dei pazienti), assicurare tempi certi e modalita' semplificate per dirimere eventuali controversie, promuovere forme di protezione contro il rischio di contenzioso che siano in grado di ridurre i costi per il sistema sanitario e per il professionista sono le sfide che la legge 24/2017 consente di affrontare su una base chiara e di sistema; 9. l'informatizzazione e la digitalizzazione della sanita': l'informatizzazione dei sistemi sanitari e le nuove tecnologie digitali contribuiscono ad aumentare l'efficienza e l'efficacia del sistema e favoriscono la personalizzazione delle cure.
Soluzioni tecnologiche nell'ambito dell'eprescription, ebooking, mobilita', FSE e cloud possono consentire inoltre una maggiore accessibilita' e un migliore monitoraggio dei pazienti (anche a distanza) nonche' una maggiore integrazione tra gli operatori che possono valutare con maggiore appropriatezza gli interventi di cura lungo tutto il percorso di cura del paziente. In questa logica assume rilevanza anche il dossier farmaceutico che, essendo parte integrante dell'FSE, puo' consentire il governo della spesa agevolando l'attuazione della pharmaceuticalcare. Il Patto sulla sanita' digitale in fase di elaborazione e previsto nel Patto per la salute 2014-2016, puo' essere certamente un documento importante di indirizzo strategico per i sistemi sanitari regionali ma occorre mantenere una regia a livello centrale che possa garantire una progettazione unitaria su standard condivisi, una valutazione attraverso indicatori di processo e di risultato nonche' il monitoraggio e il supporto all'implementazione; su tali temi la Commissione ritiene che si debba procedere con maggiore tempestivita', evitando le debolezze e le inconcludenze che hanno contraddistinto molti degli interventi passati; 10. legalita' e trasparenza: nonostante la crescente attenzione, il sistema sanitario deve ancora dotarsi, sul piano culturale ed etico - oltre che tecnico-amministrativo, di un insieme organico di strumenti volti a promuovere l'integrita' del settore, per sua natura particolarmente esposto al rischio di contaminazioni da fenomeni di abuso di potere, frodi, corruzione. Formazione culturale e informazione devono divenire prassi diffuse a tutti i livelli, compreso quello politico-decisionale. Non si tratta solo di combattere la corruzione: si tratta di lavorare per l'integrita' in tutte le sue forme, dal mancato rispetto dei diritti dei cittadini (la prima forma di illegalita') alla sicurezza dei luoghi di cura, dai conflitti di interesse ai contratti di fornitura, dal caos amministrativo al rispetto dei contratti di lavoro. La valutazione delle performance delle aziende sanitarie non puo' prescindere dal monitoraggio di elementi propri della trasparenza e della legalita'. Particolare attenzione dovra' essere dedicata, e non solo nelle regioni sottoposte a Piano di Rientro, alle connessioni fra disavanzi di bilancio, disordine amministrativo, qualita' degli apparati tecnici, corruzione politica e condizionamenti della criminalita' organizzata; a tal fine si ritiene debbano essere individuati specifici strumenti per il 'rientro nella legalita'' con riferimento alle aziende sanitarie interessate da commissariamento o gravi fenomeni di corruzione.
Articolo tratto da quotidianosanita.it (Wel/ Dire)