(DIRE) Roma, 9 gen. - "Piu' responsabilita' ma meno addetti", ma anche "problemi di natura strutturale". Cosi' il Coas e la Fials sono intervenuti sulla situazione dei Pronto soccorso di Roma e del Lazio.
COAS: AUMENTANO RESPONSABILITA' SU PS, MA DIMINUISCONO ADDETTI - "La riforma del Servizio Sanitario Nazionale del 1988 ha fissato numerose 'regole' e presupposti ancora immodificati sotto molti aspetti; pero' negli ultimi 15 anni sono intervenute numerose norme di legge a cambiare molti aspetti lavorativi per la nostra professione. Soprattutto sono aumentati i 'doveri' ma, di contro, sono stati ridotti i medici dipendenti da 132mila a 122mila (in progressiva ulteriore contrazione) attraverso il blocco del turnover. Sono inoltre stati bloccati, sterilizzati e ridotti i Fondi da cui deriva una parte importante della retribuzione dei medici della dipendenza, e' nettamente aumentato il volume di lavoro del singolo medico, sono aumentate le responsabilita', le difficolta' oggettive nel lavoro e il numero di utenti che si rivolgono all'ospedalita' ed in particolare ai Pronto Soccorso, vista la crescente disaffezione nei Medici di Medicina generale. Sicuramente i problemi della Sanita' pubblica andranno aumentando se si spostano le risorse dal pubblico al privato, con la giustificazione del risparmio. Sappiamo bene che tutti i Sistemi Sanitari a prevalenza 'privata', dopo un iniziale risparmio, vengono a costare al contribuente molto piu' di un sistema pubblico. Da anni assistiamo impotenti ed inascoltati a questi cambiamenti significativi, senza poter interferire con le decisioni politiche assunte con diverse motivazioni, solitamente poi smentite negli effetti pratici dai fatti". Cosi' in un comunicato Alessandro Garau, segretario del sindacato CoAS Medici Dirigenti in merito al sovraffollamento dei pronto soccorso nel Lazio.
FIALS: ASSENZA RISULTATI SU PS - "Ci risiamo! Anche se non siamo ancora entrati nel periodo del picco influenzale da giorni e giorni, i Pronto soccorsi degli ospedali piu' importanti della capitale e dell'hinterland sono stracolmi di persone che affollano le sale d'attesa per essere visitate e curate. I numeri in cui versano le strutture ospedaliere deputate ad affrontare le richieste ai servizi di emergenza sono noti agli uffici della Cabina di regia, cosi' come quelli delle liste di attesa per un posto letto: tra il 40 e il 60% degli accessi i pazienti che arrivano in Pronto soccorso necessitano di un trattamento ospedaliero e non della medicina di base: evidenze strutturali. Infatti, in tutti i nosocomi e in particolare nei centri hub del Umberto I, Policlinico Gemelli, Policlinico Tor Vergata, Policlinico Sant'Andrea, Policlinico Casilino, Ospedali Riuniti di Anzio, San Giovanni Evangelista di Tivoli, Sant'Eugenio e San Camillo Forlanini a Roma, le strutture di emergenza non riescono a fare fronte alla richiesta di aiuto della popolazione piu' bisognosa di cure se non in condizioni estreme rispetto a quanto un reparto di Pronto soccorso puo' e deve erogare". Cosi' la Segreteria provinciale Fials di Roma.
"Spesso siamo davanti a mezzi che non sempre possono essere considerati idonei all'evoluzione diagnostica e dove, gli operatori sanitari sono logorati da situazioni problematiche. Si tratta di numeri impietosi, basti pensare al San Camillo Forlanini che a fronte di 88 pazienti presenti in Pronto soccorso ben 50, alle 23 circa del 7 gennaio scorso, erano in attesa di posto letto. Questo significa che siamo immersi fino al collo in problemi di natura strutturale che strozzano la sanita' e gli operatori sanitari: l'operazione Case della Salute e' stato solo uno spreco di soldi pubblici che non ha risolto alcunche', se invece questi stessi soldi fossero stati investiti per l'assunzione di personale sanitario specializzato sarebbe stata una cosa giusta e i risultati positivi, a questo punto sarebbero stati sotto gli occhi di tutti. Ci appelliamo alla responsabilita' del governo regionale di rivedere il piano sanitario del Lazio che deve tutelare gli operatori sanitari vessati da anni di proclami e lasciati soli in trincea per questo costretti a sottoscrivere un assicurazione per responsabilita' civile e a rispondere penalmente, loro malgrado, a eventi di malpractice. La richiesta primaria si traduce nel ripristino dei posti letto tagliati, nell'assunzione di personale per rispondere ai bisogni di tutela della salute quale diritto costituzionalmente protetto", conclude la Fials di Roma.
(Wel/Dire)