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Sic: "Il freddo puo' far male al cuore, pericolo infarto"
Roma, 19 dic. - Occhio alla colonnina del mercurio se cuore e vasi non sono in perfetta forma: ogni volta che la temperatura scende sotto lo zero. L'aumento di 8 gradi di temperatura riduce il rischio d'infarto del 3%, come ha dimostrato lo studio Swedeheart. Lo sottolineano gli esperti in occasione del 79 Congresso Nazionale della Societa' Italiana di Cardiologia (Sic), invitando i pazienti a rischio anche a non impegnarsi in attivita' pesanti all'aperto quando e' molto freddo: l'associazione fra fatica e temperature polari, infatti, puo' essere un vero nemico per il cuore e aumentare fino al 34% il pericolo di un infarto. Meglio poi proteggersi dai malanni invernali, perche' le infezioni respiratorie aumentano fino a 6 volte il pericolo di andare incontro a un attacco cardiaco.
"Gli studi che indicano il freddo intenso come un possibile pericolo per cuore e vasi sono numerosi: una recente indagine svedese condotta su oltre 274 mila pazienti con problemi cardiovascolari seguiti nell'arco di 16 anni, pubblicata su Jama, ha dimostrato che nelle giornate con una temperatura al di sotto di 0 gradi il numero di infarti cresce- spiega Giuseppe Mercuro, presidente Sic- La neve invece non sembra un fattore di rischio quello che conta e' sempre la bassa temperatura che e' l'elemento maggiormente associato all'aumento della probabilita' di eventi cardiovascolari. Tuttavia, anche la velocita' del vento, un minore numero di ore di luce e la bassa pressione atmosferica fanno salire il pericolo: in altri termini, quindi, le giornate invernali fredde e di maltempo sono quelle in cui la probabilita' di problemi cardiovascolari e' massima. Il suggerimento e' quello di 'aggiustare' dal cardiologo la terapia anticoagulante riducendo l'esposizione al freddo attraverso abbigliamento e riscaldamento adeguati.
"Il meccanismo responsabile dell'aumento del rischio di attacco cardiaco dopo un'esposizione al freddo intenso e' legato a molti fattori, tra cui il piu' importante e' l'effetto di vasocostrizione indotto dalle basse temperature- osserva Ciro Indolfi, presidente Eletto Sic- Il restringimento dei vasi sanguigni infatti potrebbe indurre una rottura della placca coronarica e provocare la formazione di un trombo. Se poi ci si aggiunge la fatica di spalare la neve, che aumenta molto la pressione arteriosa e fa salire il battito cardiaco oltre il 75% della frequenza cardiaca massima, il pericolo cresce ancora.
Tutto questo e' vero soprattutto in pazienti che non sono in perfette condizioni di salute o hanno numerosi fattori di rischio cardiovascolare, per esempio colesterolo alto, ipertensione, pregressi infarti. L'eventualita' di un infarto inoltre e' consistente specialmente se si sceglie di attivita' fisica al mattino, fra le 6 e le 10, quando la probabilita' di eventi cardiovascolari e' massima nell'arco delle 24 ore. Infine, non bisogna dimenticare che anche le infezioni respiratorie, molto frequenti durante la stagione invernale e anch'esse in parte favorite dal freddo eccessivo, possono contribuire ad aumentare il rischio di infarto: nei giorni successivi a tosse, raffreddore o influenza (si puo' dire?) la probabilita' di un attacco di cuore puo' aumentare fino a sei volte, soprattutto nei pazienti piu' fragili".
(Wel/Dire)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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