Roma, 1 ago. - La forte attenzione mediatica e politica sul crescente fenomeno delle aggressioni nei presidi sanitari e ospedalieri a danno degli operatori sanitari inizia a produrre i primi risultati. In questi ultimi mesi sono state presentate in Parlamento diverse proposte di legge e, lo stesso ministro della Salute Giulia Grillo, dopo l'ennesima aggressione registratasi a Catania, aveva annunciato lo scorso 21 luglio l'imminente presentazione di un nuovo disegno di legge per introdurre pene piu' severe e maggiore vigilanza.
Nel mentre, pero', il Ministero della Salute non e' rimasto con le mani in mano. La redazione di Quotidiano Sanita' e' infatti venuta a conoscenza di una nota diramata lo scorso 25 luglio dal dicastero di Lungotevere Ripa, nella quale si propone ai Ministeri di Interno e Difesa una "rimodulazione del piano di utilizzo del contingente di personale militare adibito all'operazione 'Strade sicure', affinche' sia impiegato anche per la sicurezza ed il controllo dei presidi sanitari e ospedalieri". Si chiede quindi di poter distogliere una parte del contingente dell'Esercito impiegato nelle strade in chiave antiterrorismo per schierarlo negli ospedali come deterrente per possibili future aggressioni a danno del personale sanitario.
In quest'ottica, sempre dal Ministero della Salute, e' stata inviata ai diversi Ordini delle professioni sanitarie una richiesta di segnalazione su informazioni e dati riguardo le citta' ed i presidi sanitari e ospedalieri dove si sono verificati atti di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, e sulle strutture potenzialmente considerate a rischio. Articolo tratto da quotidianosanita.it (Wel/Dire)