(DIRE) Roma, 28 set. - "Affamare le cellule tumorali contrastando l'angiogenesi. Sono queste le capacita' "anticancro" individuate, da uno studio made in Italy, per un gruppo di nuove molecole derivate da un fitocomposto contenuto nel luppolo della birra. La capacita' preventiva dello Xantumolo (XN) - questo il nome della molecola base da cui sono state create le nuove formulazioni di sintesi - rispetto allo sviluppo delle cellule tumorali, consiste nel privarle dei "viveri" dei quali si nutrono, inibendo i meccanismi grazie ai quali si procurano ossigeno e si diffondono nell'organismo". Cosi' in un comunicato stampa in cui viene presentato lo studio condotto dall'IRCCS MultiMedica di Milano, dall'Universita' di Pisa e dall'Universita' dell'Insubria di Varese e pubblicato dalla rivista scientifica "European Journal of Medicinal Chemistry".
Le nuove formulazioni di sintesi "esercitano un'azione anti-angiogenesi che rappresenta una delle piu' diffuse strategie terapeutiche anti-tumorali che, spesso, viene affiancata alla chemioterapia. La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale "European Journal of Medicinal Chemistry", e' frutto di una collaborazione tra istituti di ricerca italiani: il laboratorio di Biologia Vascolare e Angiogenesi di MultiMedica, diretto dalla Dott.ssa Adriana Albini, il Prof. Armando Rossello, del Dipartimento di Farmacia dell'Universita' di Pisa e il Prof. Douglas Noonan dell'Universita' dell'Insubria di Varese. Piu' nel dettaglio, lo studio, durato quattro anni, ha evidenziato una capacita' di riduzione dell'angiogenesi, da parte dei nuovi Xantumoli, dell'80% in test sperimentali.
"Lo Xantumolo- continua il comunicato- possiede anche un'azione antiossidante, anti radicali liberi, ed e' in grado di combattere le cellule che presentano un alterato equilibrio ossidoriduttivo, come quelle tumorali. Di qui l'importanza di svilupparne una serie di varianti sintetiche con proprieta' farmacologiche piu' spiccate".
"Abbiamo intrapreso una collaborazione con un team di Chimici Farmaceutici del Dipartimento di Farmacia dell'Universita' di Pisa, coordinati dal Prof. Armando Rossello, che hanno progettato e sviluppato modificazioni strutturali della molecola base contenuta nel luppolo, per renderla piu' efficace e utilizzabile a concentrazioni piu' basse. Si tenga presente che il luppolo e' utilizzato nella preparazione della birra sin dal VII secolo, non solo per le sue qualita' rinfrescanti e aromatiche, ma anche per la sua capacita' di garantire una piu' lunga conservazione, caratteristica legata alle sue proprieta' antibiotiche". Lo dichiara la Dott.ssa Albini, Direttrice del laboratorio di Biologia Vascolare e Angiogenesi di MultiMedica e Direttore Scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus illustra le fasi del progetto di ricerca che ha portato alla scoperta delle proprieta' di queste nuove molecole.
"Per scoprire se la sostanza possa essere utilizzata per la terapia e la prevenzione di tumori, sia solidi che ematologici, dopo un'analisi dell'attivita' biologica dei singoli, i gruppi di ricerca sono riusciti a identificare due tra i 13 nuovi derivati dello Xantumolo da loro brevettati, che sono in grado di esercitare un'attivita' anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN".
"Abbiamo testato i derivati neo-sintetizzati che sono risultati particolarmente efficaci nell'interferire con funzioni chiave della cellula endoteliale, il mattone fondamentale che costituisce i vasi sanguigni tumorali, quali la proliferazione, l'adesione, la migrazione, l'invasione e la formazione di strutture simil-capillari. Lo studio- conclude la Dott.ssa Albini- apre la strada per lo sviluppo futuro su piu' ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemiopreventivi. Il passo successivo sara' quello di testare i piu' attivi derivati brevettati del luppolo in modelli cellulari complessi e individuare i principali interruttori molecolari coinvolti nel loro effetto anti-angiogenico e anti-tumorale come possibili bersagli da colpire, sia in approcci terapeutici sia di prevenzione".
"La ricerca e' stata condotta da giovani ricercatori dei laboratori partecipanti (Antonino Bruno, Barbara Bassani e Denisa Baci per l'IRCCS MultiMedica, Elisa Nuti, Caterina Camodeca, Lea Rosalia, Elisabetta Orlandini e Susanna Nencetti, per l'Universita' di Pisa, Cristina Gallo per l'IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova Reggio Emilia) ed e' stata realizzata grazie al supporto di un finanziamento da parte dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), di una Borsa della Fondazione Umberto Veronesi (FUV) e di fondi di ricerca dell'Universita' di Pisa (Fondi di Ateneo 2009-2010 e PRA-Progetti di Ricerca di Ateneo 2016/27)".
(Wel/ Dire)