(DIRE) Roma, 18 set. - Il debito pubblico negli utlimi anni e' in calo, ma non quello commerciale del servizio sanitario verso i fornitori e, secondo la Cgia di Mestre, la sanita' italiana ha accumulato un debito con i propri fornitori di 22,9 miliardi di euro.
"Purtroppo, soprattutto nel Mezzogiorno, le nostre Asl continuano a essere in affanno con i pagamenti, mettendo cosi' in seria difficolta' moltissime Pmi", dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo.
Ma quali sono le cause che hanno determinato l'accumulazione di un debito cosi' rilevante? La Cgia di Mestre ipotizza accordi tra Asl e fornitori: le prime imporrebbero ai secondi - soprattutto nel Meridione - pagamenti con forti ritardi che compenserebbero pero' con prezzi superiori al normale.
Secondo Zabeo "se e' noto che le Asl pagano da sempre con molto ritardo e' altrettanto vero che in molti casi le forniture continuano ad essere acquistate con forti differenze di prezzo tra le varie regioni. Se, come ha avuto modo di denunciare la Fondazione Gimbe, nella sanita' italiana si annidano circa 22,5 miliardi di euro di sprechi, e' verosimile ritenere che una parte dei ritardi nei pagamenti sia in qualche modo riconducibile alle distorsioni sopra descritte. In altre parole, non e' da escludere che in alcune Regioni, in particolar modo del Sud, avvengano accordi informali tra le parti per cui le Asl o le case di cura impongono ai propri fornitori pagamenti con ritardi pesantissimi, ma a prezzi superiori rispetto a quelli, ad esempio, praticati nel settore privato".
(Wel/ Dire)