(DIRE) Roma, 13 ott. - "Il tema delle vaccinazioni entra prepotentemente nelle discussioni sul bilancio dello Stato. A sostenere la validita' dell'inserimento nei Livelli essenziali di assistenza del Piano nazionale di prevenzione vaccinale che da quest'anno estende le vaccinazioni gratuite per gli ultrasessantacinquenni anche contro lo pneumococco, le polmoniti batteriche e l'herpes zoster". E' questo il lavoro presentato dagli esperti di health technology assessment, riuniti a Roma presso l'Universita' Cattolica del Sacro Cuore per il decimo Congresso Nazionale SIHTA.
"Uno studio condotto dall'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore, che ha sede a Roma, misura in circa un miliardo di euro annuo il costo complessivo e l'impatto fiscale della mancata vaccinazione e la conseguente malattia della popolazione attiva in Italia. Una cifra- prosegue la nota- a cui va evidentemente sommato il carico economico legato alla mancata adesione alla campagne vaccinali delle persone gia' in pensione che, altri studi precedenti indicano in 500 milioni di euro l'anno per la sola vaccinazione antipneumococcica".
In un'ottica di sostenibilita' e di finanziamento dei servizi di welfare, l'impatto fiscale della vaccinazione antinfluenzale e contro le polmoniti batteriche e il cosiddetto fuoco di Sant'Antonio, diventa un tema strategico per i conti dello Stato oltre che per la stabilita' economica delle famiglie. E' la prima volta che - grazie all'applicazione delle metodologie dell'health technology assessment- vengono valutati gli effetti delle mancate vaccinazioni sul gettito fiscale, sulle mancate retribuzioni e sul conseguente calo di produzione e vendita di beni e servizi.
L'influenza, le polmoniti da pneumococco e l'Herpes Zoster e le sue complicanze, generano costi che gravano sul sistema sanitario, sui pazienti e sulla spesa sociale in generale. Ma oltre a cio', nessuno studio ha ancora quantificato l'impatto sulla riduzione di gettito fiscale conseguente ai mancati redditi percepiti dai lavoratori che si ammalano.
"E' noto infatti come gli assegni di malattia a carico dei datori di lavoro e della previdenza sociale- spiega ancora il comunicato- non coprano le retribuzioni nella loro interezza ma si fermino a retribuire lo stipendio tabellare, senza considerare le indennita' di turno, di presenza, la produttivita' eccà). Questo fenomeno e' ancora piu' rilevante dal momento in cui le categorie di lavoratori maggiormente a rischio di contrarre tali infezioni sono quelle delle Forze dell'Ordine, del Personale Sanitario eccà per i quali le indennita' legate alla turnazione rappresentano una voce importante della busta paga, variabile fra il 15% ed il 33% della retribuzione".
"I primi risultati del modello, volto a dimostrare come i programmi di vaccinazioni attenuino tali effetti, stimando il valore prodotto dall'incremento del gettito totale considerando le imposte a carico dei lavoratori- evidenzia il professor Americo Cicchetti, presidente della Societa' Italiana di Health Technology Assessment, e Direttore di ALTEMS dell'Universita' Cattolica, che con il congresso di Roma passa la presidenza della SIHTA a Pietro Derrico- stanno dando risultati molto rilevanti e determinanti a sollecitare i decisori pubblici a livello nazionale e nelle Regioni a sviluppare efficaci strategie e campagne per la vaccinazione degli adulti e degli anziani".
"L'elaborazione dei dati su cui il gruppo coordinato dall' ALTEMS ci dice che- afferma il Professor Matteo Ruggeri, docente di Economia Sanitaria all'Universita' Cattolica e Responsabile dell'area ricerca Health Economics di ALTEMS- in presenza di un numero di infetti dalle tre patologie variabile fra 1,2 e 2,4 milioni all'anno, il mancato gettito fiscale puo' variare fra i 100 e i 180 milioni di euro all'anno. Se a questo aggiungiamo i costi sociali generati dalle perdite di produttivita' a carico della previdenza sociale, i costi superano il miliardo di euro. Tali risultati- conclude la nota- ci consentono di lanciare importanti messaggi ai decision makers sull'importanza dei programmi di vaccinazione non solo in un'ottica di sanita' pubblica, ma anche in un'ottica di sostenibilita' e di aumento di produttivita'".
(Wel/Dire)