(DIRE) Roma, 11 ott. - "Il nome, Legge 175/92, potrebbe non dire molto ai non addetti ai lavori: eppure le 'Norme in materia di pubblicita' sanitaria e di repressione dell'esercizio abusivo delle professioni sanitarie' sono una pietra miliare per la prevenzione di comportamenti scorretti che possono mettere a repentaglio la salute dei cittadini. Ora una sentenza del Tribunale di Cosenza applica la Legge 175, dimostrandone la vigenza, a parte alcuni articoli sulla pubblicita' superati dalla Bersani. Piu' precisamente, si tratta della sentenza numero 700/17 del Registro del Tribunale Ordinario di Cosenza, I Sezione Penale, che ha dichiarato responsabili del reato di 'commercio di attrezzature sanitarie a non aventi titolo' (art. 9, secondo e terzo comma) alcuni soggetti che, titolari di centro odontoiatrico, non erano iscritti all'Albo". Cosi' la Fnomceo in una nota.
"In un paese dove l'articolo 348 del Codice Penale punisce con una multa irrisoria, 516 euro, chi pratica l'abusivismo odontoiatrico (sono migliaia e tanti di questi, anche gia' denunciati e condannati, reiterano l'illecito); in un paese dove una studentessa puo' mettere le mani in bocca ai bambini e prescrivergli un apparecchio ortodontico, o puo' fare diagnosi e praticare anestesie e terapie nella tavernetta di casa, come ha denunciato ancora ieri sera la trasmissione Striscia la Notizia, ben vengano giudici che ribadiscono il ruolo dell'Odontoiatra a tutela della salute pubblica" afferma il presidente della Commissione Albo Odontoiatri, Giuseppe Renzo, che prosegue: "Questa sentenza conferma quanto da noi sempre evidenziato circa la necessita' che le attrezzature per l'esercizio della nostra professione siano non solo acquistate, ma sottoposte alla diretta responsabilita' del professionista iscritto all'Albo".
"Ma non basta- specifica Renzo- ancora una volta, viene confermata la vigenza della L. 175/92, di cui possono considerarsi abrogati soltanto gli articoli che riguardano il rilascio di una autorizzazione per la pubblicita' sanitaria. In particolare sottolineo il comma 5 dell'art. 5 della citata L.
175/92, che testualmente prevede: "Qualora l'annuncio pubblicitario contenga indicazioni false sulle attivita' o prestazioni che la struttura e' abilitata a svolgere o non contenga l'indicazione del direttore sanitario, l'autorizzazione amministrativa all'esercizio dell'attivita' sanitaria e' sospesa per un periodo da sei mesi ad un anno".
"E questo e' importante- sottolinea- perche' sull'applicazione di tale normativa e' attualmente in corso un contenzioso, promosso dalla Cao nazionale e portato poi sui territori, considerando che alcuni comuni iniziano finalmente ad applicare la normativa revocando le autorizzazioni precedentemente concesse".
"Ringrazio quindi- conclude- i colleghi Guarnieri, presidente della Cao di Cosenza, per l'attento lavoro, e Sandro Sanvenero, Segretario nazionale Cao, che tanto si e' speso per l'applicazione di questa normativa. Chiamo a raccolta tutti i presidenti Cao perche' siano sentinelle sul territorio, pronti a vigilare per la corretta applicazione della normativa, a tutela della salute pubblica, perche' molte battaglie si possono vincere con l'impegno di tutti".
E non sara' una battaglia facile: "Con l'ingresso massivo del capitale, la cui provenienza deve peraltro risultare sempre limpida - vuole aggiungere ancora Renzo - il campo e' sempre piu' disastrato: abbiamo notizia, e non parlo solo dei nostri Ordini, che molti professionisti della sanita' stanno chiedendo la cancellazione dai rispettivi Albi, perche' ritengono piu' utile e meno oneroso rimanere puri soci di capitale. Un modo per sfuggire al controllo degli Ordini a tutela della salute pubblica? A pensar male...".
(Wel/Dire)