(DIRE) Roma, 14 nov. - Maggiore continuita' assistenziale, migliore qualita' di vita e, al contempo, risparmio in termini di spesa sanitaria; una piu' semplice e immediata comunicazione medico-paziente che supera il problema della distanza e riduce il numero delle visite ambulatoriali; maggiore interscambio di dati per cure sempre piu' personalizzate ed efficaci. Questi i potenziali benefici della telemedicina per la gestione delle malattie croniche. A questo proposito, l'Associazione Medici Diabetologi (AMD) ha condotto uno studio multicentrico randomizzato per misurare in concreto l'impatto di un sistema di telecare per il controllo del rischio metabolico e cardiovascolare in 1.000 pazienti con diabete tipo 2 e diabete gestazionale. Di questo si e' parlato al Convegno AMD "Telemedicina e diabete: uno sguardo al futuro?". Alla presenza di Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell'Istituto Superiore di Sanita', diabetologi provenienti da tutt'Italia hanno fatto il punto in merito all'applicazione dell'Internet of Everything nell'ambito dell'assistenza sanitaria.
"Per una gestione piu' sostenibile di importanti patologie croniche, come il diabete, l'assistenza dovra' evolvere verso un approccio piu' razionale e moderno, indirizzandosi in remoto, grazie agli strumenti offerti oggi dalle tecnologie digitali", esordisce Domenico Mannino, Presidente dell'Associazione Medici Diabetologi. "Su questo tema, AMD ha ritenuto fondamentale prevedere un momento di formazione e di confronto tra diabetologi, categoria di specialisti che sempre di piu' in futuro sara' chiamata a confrontarsi con la sfida della telemedicina".
"Numerosi studi indicano chiaramente che la via piu' realistica per continuare ad avere un Servizio Sanitario pubblico consiste nell'ottenere risorse economiche dal contrasto agli sprechi e reinvestirle subito nella realizzazione di servizi di sanita' digitale", afferma Francesco Gabbrielli. "Questo perche' le innovazioni digitali costringono, per essere utilizzate con successo, a rivedere le organizzazioni, ovvero a verificare chi fa che cosa e come lo fa. Negli anni passati, in Italia abbiamo accumulato un rilevante ritardo di sviluppo nella Sanita' digitale, anche perche' abbiamo svolto tante piccole esperienze di Telemedicina e d'innovazione digitale sanitaria del tutto locali, episodiche, senza coordinamento. Il Centro nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali nasce con la missione di condurre, promuovere e coordinare la ricerca e la governance di sistema per le applicazioni sociali e sanitarie nell'ambito delle nuove tecnologie informatiche e della telemedicina. In altre parole, il Centro nazionale agisce per favorire la realizzazione di servizi sanitari e assistenziali digitalizzati su larga scala, che garantiscano equita' di accesso, sicurezza, appropriatezza delle cure. L'iniziativa di AMD va con decisione nella stessa direzione e stiamo lavorando per creare le migliori condizioni di collaborazione. Il Centro nazionale si mette a disposizione di tutti coloro che desiderano realizzare programmi di sanita' digitale. Le tecnologie sono disponibili, cosi' come esistono le soluzioni organizzative e le innovazioni bio-mediche. Adesso e' il momento di costruire".
"In linea con gli indirizzi forniti dal Piano Nazionale della Cronicita' e dal Piano Nazionale per la Malattia diabetica, i sistemi sanitari regionali sono chiamati a una profonda riorganizzazione dell'assistenza per le patologie croniche, secondo i principi del 'chronic care model' che prevede l'empowerment del paziente e una sua elevata capacita' di autogestione della malattia, grazie a un adeguato percorso educativo e al supporto della telemedicina", prosegue Mannino.
"Per questo AMD intende approfondire, attraverso uno studio multicentrico randomizzato, se l'uso di un sistema di telecare domiciliare, che rende i pazienti in grado di monitorare valori di glicemia, peso e pressione arteriosa, possa migliorare il controllo glicemico e il profilo di rischio cardiovascolare, rispetto alle normali modalita' di gestione da parte del servizio di diabetologia. L'obiettivo e' realizzare uno dei piu' ampi studi al mondo sulla telemedicina, coinvolgendo quasi 1.000 soggetti con diabete tipo 2 e diabete gestazionale. Inoltre, andremo a misurare l'impatto del sistema di telecare rispetto all'usual care su numerosi outcome clinici e umanistici e sul consumo di risorse sanitarie. Il nostro auspicio - conclude Mannino - e' dimostrare con un approccio metodologico rigoroso che la telemedicina puo' funzionare su un numero elevato di centri e pazienti. Qualora i risultati della sperimentazione confermassero l'efficacia e la sicurezza attese dal sistema, questo potrebbe essere implementato nella normale pratica clinica, nell'ambito delle attivita' e delle strategie di miglioramento dell'assistenza promosse da AMD".
(Wel/Dire)