Roma, 10 nov. - Lo scorso 3 novembre presso gli uffici della Regione Lazio si e' tenuto un incontro tra i rappresentanti dell'OMCeO di Roma e i rappresentanti della Segreteria Tecnica del Presidente della Giunta regionale e dell'Ufficio di Staff del Commissario ad Acta, Giorgio Cerquetani. Per l'Ordine sono intervenuti il Presidente della CAO, Brunello Pollifrone (con delega del Presidente Giuseppe Lavra), il Responsabile dell'Ufficio Legale, Dario Paroletti, e il consulente tecnico esperto in materia, Andrea Tuzio.
L'incontro e' seguito all'intervento del Presidente dell'Ordine del 2 ottobre 2017
(v. lettera) avente come oggetto la reintroduzione del fabbisogno sanitario nel Lazio proposta dalla Giunta Regionale e dal Presidente Nicola Zingaretti, per adempiere al Piano di Rientro con il Ministero della Salute.
"Tale norma - ha ribadito Pollifrone - se dovesse essere approvata dal Consiglio Regionale, avrebbe delle ripercussioni notevoli su tutto il sistema sanitario regionale, bloccando di fatto l'apertura di qualsiasi struttura sanitaria privata, che di certo non incide in alcun modo sulla spesa pubblica regionale, ma che invece da' la possibilita' di creare nuovi posti di lavoro per medici e addetti al settore, allargando altresi' la possibilita' di scelta e di accesso alle cure per i pazienti".
Durante l'incontro il consulente dell'Ordine ha portato e documentato come esempi quanto gia' fatto in proposito da altre regioni italiane (tra queste Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte), ove l'apertura di strutture private non e' condizionata dall'imposizione di un fabbisogno complessivo sanitario, definito nella maggior parte dei casi soltanto per le strutture accreditate (e non solo autorizzate). Un fabbisogno che nel Lazio e' comunque non aggiornato rispetto alla reale necessita' del territorio.
"Come ben rilevato dal nostro Presidente Lavra - ha ricordato nell'occasione Pollifrone - si tratta di operare una scelta non solo politica ma di etica sociale. Speriamo quindi che le istituzioni regionali non rimangano sorde al la nostra richiesta di modificare la loro decisione".
(Wel/ Dire)