(DIRE) Roma, 23 mar. - I sindacati della sanità del Lazio Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Anaao Assomed, Fp Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Medici Roma e Lazio si sono riuniti oggi, all'ospedale San Giovanni di Roma, per chiedere alla Regione Lazio e al ministero della Salute di mantenere gli impegni sulle assunzioni e sulla stabilizzazione dei precari. Dal 2006 al 2016 il personale ha perso 11.949 unità tra medici, infermieri e operatori addetti all'assistenza diretta alla persona e il rischio è di perdere altri 2.700 operatori qualora il ministero della Salute imponesse solo 300 assunzioni a fronte di 3.000 pensionamenti. I sindacati sono pronti a proclamare uno sciopero generale di tutta la sanità pubblica a maggio.
"Oggi siamo qui con i lavoratori per decidere le mobilitazioni- ha detto Natale Di Cola (Fp Cgil)- Nelle prossime settimane faremo dei presidi sotto il ministero della Salute e sotto la Regione Lazio e se non avremo risposte si continuerà fino allo sciopero".
"Abbiamo convocato gli Stati generali perché abbiamo bisogno di una sanità normale dopo dieci anni di commissariamento- ha spiegato Roberto Chierchia (Cisl Fp)- Oltre undicimila unità in meno di personale in dieci anni ha significato meno servizi e nessuna garanzia ai lavoratori precari. A tutto questo diciamo basta. Con oggi si avvia il percorso di mobilitazione e se non avremo risposte certe arriveremo allo sciopero a fine maggio. Il Lazio ha bisogno di una sanità normale".
"Chiediamo alla Regione di mantenere gli impegni che ha preso ovvero le famose assunzioni- ha aggiunto Sandro Bernardini (Uil Fpl)- Negli ultimi 10 anni abbiamo perso più di 11.500 operatori. Solo dal 2017 al 2018 dovrebbero andare in pensione altri 3 mila operatori circa. Di conseguenza abbiamo assistito con stupore al calcolo matematico fatto dal Mef che per il Lazio ci possono essere massimo 300-350 assunzioni. Non c'è ricambio generazionale, quindi viene a messo a rischio l'intera struttura per dare i servizi all'utenza".
(Wel/ Dire)