(DIRE) Roma, 20 mar. - Si dice che la professione medica sia una vocazione e che la gioia di aiutare gli altri sia capace di compensare gli sforzi e i sacrifici quotidiani. Lo confermano i professionisti italiani, con ben il 94% dei medici del Bel Paese che si dichiara felice di svolgere il proprio lavoro e due terzi che addirittura consiglierebbe ai propri figli di intraprendere lo stesso percorso lavorativo. La motivazione principale? La passione. In occasione della Giornata Internazionale della Felicità che ricorre il 20 marzo, MioDottore.it ha voluto indagare quali categorie di specialisti sono le più felici in Italia, quali aspetti apprezzano maggiormente nella loro professione e quale è il loro grado di soddisfazione.
Chi sono gli specialisti più felici e perché? Nel valutare la propria professione, cinque categorie mediche si distinguono in Italia come le più felici: psicoterapeuti, dentisti, ginecologici, nutrizionisti e psicologi. La passione e la possibilità di aiutare gli altri sono i motivi principali di tale soddisfazione (rispettivamente 41% e 18%), seguiti dalla realizzazione professionale (14%), il riconoscimento nel settore (10%) e il contatto con le persone (8%). In ogni caso, la maggior parte degli intervistati risulta soddisfatta della propria professione e dell'area di competenza, con l'81% che dichiara che avendo la possibilità di tornare indietro nel tempo sceglierebbe la stessa specializzazione.
I pazienti: un fattore chiave per la felicità dei medici. Ai medici italiani intervistati è stato anche chiesto di considerare quali fossero gli elementi della loro professione ad appagarli maggiormente. Senza dubbio al primo posto compare l'essere in grado di aiutare chi ha davvero bisogno di aiuto (68%) e ricevere gratitudine dai propri pazienti (44%). Altri aspetti apprezzati sono: il passaparola tra pazienti (39%), ricevere feedback positivi sui propri profili online (16%) e la fidelizzazione delle persone che negli anni continuano a rivolgersi allo stesso medico (14%).
Anche la felicità presenta degli ostacoli: salario e risorse non adeguate. Sebbene la buona valutazione che danno alla propria professione, ci sono condizioni che i medici e gli operatori sanitari italiani vorrebbero migliorare. Primo fra tutti il salario che non soddisfa più della metà degli intervistati (54%). Inoltre, il 34% degli specialisti di settore dichiara di non disporre delle risorse necessarie per svolgere il lavoro in maniera ottimale. Anche il basso riconoscimento professionale (28%) e la poca flessibilità di orario sul posto di lavoro (17%) sono aspetti che gli specialisti ritengono migliorabili.
Nonostante alcune difficoltà, la percezione che i medici italiani hanno del proprio lavoro non è così negativa: solo il 26% dichiara di sentirsi mentalmente e/o fisicamente esaurito sul lavoro, spesso a causa delle lungaggini burocratiche (51%), del salario non abbastanza elevato (36%) e dell'eccessivo numero di ore lavorative (24%).
Quanto sono felici i medici negli altri Paesi? Gli specialisti sanitari più felici si trovano in Messico (con un livello di soddisfazione pari a 4,85 su 5, che rappresenta il livello massimo di soddisfazione), seguiti a ruota dai colleghi in Brasile (4,59) e Spagna (4,49) e dai dottori italiani (4,2) e polacchi (3,9). Se in Messico e in Italia la chiave della felicità dei dottori risiede nella passione per il proprio lavoro (rispettivamente 33% e 41%), in Brasile e Polonia conta maggiormente la realizzazione personale (33% e 27% rispettivamente). Per quanto riguarda le condizioni lavorative migliorabili, tre paesi segnalano come primo punto il salario non adeguato: Brasile (62%), Polonia (55%) e Italia (46%). Mentre il Messico, anche registrando il maggior numero di medici soddisfatti del proprio stipendio (62%), è il paese che più lamenta la mancanza di risorse adeguate nel settore (31%). La grande maggioranza di medici si trova d'accordo su un punto: consiglierebbero ai propri figli di dedicarsi al mondo della sanità, il Brasile in primo luogo con la percentuale più elevata (85%), poi la Spagna (84%), il Messico (75%) e l'Italia (66%), chiude infine la Polonia con il 60% degli intervistati che consiglierebbe la professione.
(Wel/ Dire)