(DIRE) Roma, 17 mag. - Per l'accesso ai servizi sanitari influisce il non aver recuperato i livelli di reddito conseguiti prima della recessione. E' quanto emerge dal Rapporto Istat 2017, dove si legge che la quota di persone che ha rinunciato a una visita specialistica negli ultimi 12 mesi, perché troppo costosa, è cresciuta tra il 2008 e il 2015 da 4 a 6,5% della popolazione; il fenomeno è più accentuato nel Mezzogiorno, sia come livello di partenza sia come incremento (da 6,6 a 10,1%).
Tra i gruppi sociali le diseguaglianze nelle condizioni di salute sono notevoli. Nel gruppo della classe dirigente tre quarti delle persone si dichiarano in buone condizioni di salute, mentre in quello più svantaggiato di anziane sole e giovani disoccupati la quota scende al 60,5%.
QUOTA ANZIANI PIÙ ALTA IN EUROPA - L'invecchiamento della popolazione è uno degli aspetti demografici che contraddistinguono il nostro Paese nel contesto internazionale. In Italia gli individui con almeno 65 anni sono i più numerosi in Europa. È quanto segnala l'Istat nel rapporto annuale.
All'1 gennaio 2017 le persone con almeno 65 anni raggiungono il 22% del totale. La speranza di vita ha raggiunto gli 80,6 anni per gli uomini e gli 85,1anni per le donne e nel 2016 si è registrato un record nella bassa natalità.
4 SU 10 NON PRATICANO SPORT, DONNE PIU' SEDENTARIE DI UOMINI - Nel 2016, quattro persone su dieci di 3 anni e più non praticano sport né attività fisica nel tempo libero. Le donne sono più sedentarie degli uomini (43,4% contro 34,8%). Tra i gruppi, percentuali notevolmente più alte della media si osservano tra gli appartenenti alle famiglie di operai in pensione e al gruppo anziane sole e giovani disoccupati (rispettivamente 52,9% e 51,9%). È quanto emerge dal Rapporto annuale 2017 dell'Istat.
(Wel/ Dire)