Roma, 12 lug. - Corre inarrestabile l'epidemia di morbillo che ha colpito il Lazio. E il picco e' ancora lontano: a confermarlo i dati raccolti dal bollettino settimanale del ministero della Salute. Sono gia' oltre 1.100 i casi registrati nella nostra regione, quasi un terzo di quelli nazionali che il 4 luglio ammontavano a 3346.
Il punto nodale sta pero' nella progressione del virus, che ha ulteriormente incrementato la sua corsa. Se fino al mese scorso il numero dei contagiati cresceva in media di 120 unita' al mese, adesso questo stesso numero di nuovi casi e' stato registrato nelle ultime due settimane.
A meta' giugno i malati erano infatti 979, passati poi a 1033 sette giorni dopo e infine a 1093 negli ultimi giorni del mese. Cifre di cui si puo' capire l'enormita' solo se paragonate con le altre regioni italiane, che invece si stanno stabilizzando in quanto a contagi: il Piemonte segue infatti a quota 599, circa la meta', la Lombardia con 502 e la Toscana (dove invece a far pura e' la meningite) con 341. Le altre, a parte Abruzzo e Sicilia, sono tutte al di sotto - anche di molto- dei 60 casi.
E se il 'parco' dei vaccinati nel Lazio e' al sopra della media nazionale (ma comunque al di sotto della soglia di sicurezza), le statistiche raccolte dal Seresmi (Servizio regionale per l'epidemiologia sorveglianza e controllo delle malattie infettive) tracciano un chiaro identikit di chi finora ha contratto la malattia. Ad ammalarsi sono state prevalentemente persone di genere femminile e di nazionalita' italiana; l'eta' media e' stata di 27 anni, con una maggiore incidenza nelle fasce 15-39 e 0-4 anni. Ed e' proprio nei bambini che si evidenzia una tendenza in aumento. L'89 per cento di chi ha contratto finora la malattia non era vaccinato mentre il 10,5 era stato sottoposto ad una sola dose.
Anche la distribuzione sul territorio e' molto chiara: 964 (ovvero l'81,6 per cento) a Roma, 102 (l'8,6) a Latina, 72 (il 6) a Rieti, appena 33 (2,8) a Frosinone e 11 (lo 0,9) a Viterbo.
Non sono state risparmiate dal virus neanche le donne in gravidanza: 13 quelle che si sono ammalate e per 8 di loro si e' anche reso necessario il ricovero.
Cosi' come si e' verificato per i neonati che hanno meno di sei mesi, e che cioe' ancora non possono essere immunizzati dal vaccino: 20 quelli che nel Lazio sono stati colpiti dal morbillo. E purtroppo uno dei due decessi causati dalla malattia e' avvenuto proprio nella nostra Regione: si trattava di una bimba di 9 anni di Latina in cura all'ospedale pediatrico Bambino Gesu' morta ad aprile. Lei, com'e' stato puntualmente appurato, non era stata vaccinata ma per un motivo preciso: affetta da una malattia genetica.
Articolo tratto da Il Corriere della Sera (Wel/ Dire)