Roma, 12 giu. - Nei giorni scorsi la Commissione Affari sociali della Camera ha approvato una serie di emendamenti al disegno di legge Lorenzin sul riordino degli Ordini professionali e le sperimentazioni cliniche che intervengo sulla vita delle Federazioni e degli Ordini delle professioni sanitarie. Tra questi il limite di due mandati per i presidenti ed i vertici, la disposizione sulle votazioni online e sull'apertura di seggi anche all'interno degli ospedali ed uno stimolo al ricambio generazionale con un occhio di riguardo all'equilibrio di genere.
Misure respinte dalla maggior parte attuali presidenti degli Ordini dei medici di Roma, Firenze, Napoli, Bologna e Milano, che, contattati da Quotidiano Sanità, hanno parlato di una "riforma pasticciata" su cui il Governo sta accelerando i tempi solo per fini elettorali. Apertura invece dal presidente dell'Ordine di Latina che guarda con favore alle novità introdotte, "purché vengano inserite in una quadro generale di rinnovamento".
Ecco, in particolare, le risposte di Giuseppe Lavra (Omceo Roma): - Cosa ne pensa del limite di due mandati per presidente e vertici di Ordini e Federazioni? "Capisco la ragione alla base di questo emendamento, penso però che sia più funzionale applicarlo laddove vengono esercitati davvero un certo tipo di poteri. Inserire un limite del genere in ambito ordinistico mi sembra fuori luogo, ma se la tendenza è questa ci adatteremo, di sicuro non mi strapperò i capelli per questo".
- Qual è il suo giudizio sull'apertura di seggi negli ospedali per l'elezione all'interno degli Ordini e sul richiamo alle votazioni online? Pensa siano misure praticabili anche dal punto di vista economico visto che l'onere ricadrebbe interamente sulle casse degli stessi Ordini? "Le misure sulle elezioni sembrano buttate là e 'pasticciate'. Che senso ha immaginare che gli Ordini possano sobbarcarsi le spese, l'organizzazione e la gestione di votazioni sia attraverso strumenti online che negli ospedali? Basterebbe pensare ad una realtà come quella di Roma per rendersi conto dell'impossibilità del tutto. Evidentemente non si ha la conoscenza, né la competenza adatta per capire le complessità e le spese che una macchina ordinistica porta con sé".
- Nel nuovo testo coordinato si fa anche un richiamo anche al ricambio generazionale e all'equilibrio di genere. Pensa sia necessario? "E' certamente naturale il ricambio generazionale. Il richiamo alla composizione di genere mi ha lasciato però perplesso. E questo semplicemente perché il mondo medico, specie negli ultimi anni, è prevalentemente femminile. Parlare di 'quote rosa' in un contesto come quello attuale vuol dire probabilmente non rendersi conto che il mondo è già cambiato".
- Qual è il suo giudizio su questa riforma nel suo complesso? "Trovo singolare che un Parlamento, ormai a fine legislatura, in procinto di andare ad elezioni anticipate, possa in questo contesto occuparsi in maniera così frettolosa di una riforma degli Ordini professionali. L'impressione è che si stiano facendo le cose in maniera tanto rapida quanto pasticciata solo per poter dire di averle fatte. Il Paese ha un bisogno disperato di serietà, non di questo genere di comportamenti. Nessuno nega che si tratti di un provvedimento necessario, anche perché siamo ancora fermi al '46, ma l'argomento merita di essere trattato con più serenità, calma ed attenzione".
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