(DIRE) Roma, 26 gen. - Oltre tre milioni di italiani sono stati messi a letto a causa di un'influenza che quest'anno sembra essere più aggressiva. Ma è davvero così? Per scoprirlo l'agenzia Dire ha intervistato Roberto Cauda, direttore della Clinica delle Malattie Infettive al Policlinico Gemelli di Roma. "Noi disponiamo di uno dei migliori sistemi di sorveglianza di influenza al mondo che si chiama InfluNet, un sistema ormai consolidato e validato da molti anni. E se guardiamo a questi dati non sembrerebbe che questa influenza stagionale sia molto diversa da quelle precedenti, o meglio, alcune piccole caratteristiche ci sono, ma non tali da configurare una particolare aggressività".
È stato superato il picco stagionale e i casi risultano in leggera discesa, anche se il livello di incidenza rimane elevato ed è pari a 7,55 casi per mille assistiti. Non bisogna abbassare la guardia? "L'influenza ha raggiunto il picco nell'ultima settimana del 2016- risponde Cauda- e questo è un elemento di diversità rispetto alle influenze che sono state osservate e registrate sul sito web InfluNet, in quanto negli anni passati il picco veniva raggiunto più tardivamente tra gennaio e febbraio. E questo è un primo elemento di diversità. Il picco, però, non ha raggiunto livelli molto elevati e si è mantenuto in una scala che prevede il rumore di fondo la bassa, l'intermedia, l'alta e la molto alta nel livello intermedio, tanto per intenderci il colore arancione e non il rosso dell'alto e del molto alto".
Conclude il direttore della Clinica delle Malattie Infettive del Gemelli: "L'influenza, ribadisco, non è quindi molto diversa per gravità rispetto a quella degli anni passati. La forma più grave che noi abbiamo registrato negli ultimi anni è quella del 2004/2005 in cui il picco è stato più elevato".
(Cds/ Dire)