(DIRE) Roma, 24 gen. - I progressi dell'immuno-oncologia stanno rivoluzionando i percorsi terapeutici nel trattamento del tumore polmonare. Si va sempre più concretizzando la possibilità di ridurre il ricorso alla chemioterapia e avere accesso a farmaci innovativi caratterizzati da una migliore tollerabilità.
"L'immunoterapia in oncologia è esplosa nel momento in cui sono state scoperte molecole in grado di bloccare gli immuno-check point, cioè dei meccanismi di controllo messi in atto dal tumore per eludere la risposta immunitaria- commenta Danilo Rocco, Responsabile del Gruppo di Studio Aipo Oncologia Toracica e Responsabile dei trials clinici internazionali in forza presso la Pneumologia ad Indirizzo Oncologico dell'Aorn dei Colli di Napoli- Alcuni tumori, infatti riescono a sottrarsi alle risposte immunitarie dell'organismo. I nuovi farmaci immuno-oncologici agiscono andando a bloccare i check-points immunitari e rendendo le cellule tumorali riconoscibili e attaccabili da parte delle difese immunitarie dell'organismo, in altre parole, bloccano il blocco. E' possibile suddividere i nuovi farmaci immuno-oncologici in due gruppi: i farmaci anti-Ctla-4 e i farmaci che agiscono a livello del pathway Pd-1 e Pdl-1. Fra gli anti Ctla-4 c'è l'Ipilimumab che ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento del melanoma e le cui potenzialità si stanno estendendo al trattamento del tumore polmonare soprattutto in associazione ad altri farmaci. Agisce andandosi a legare specificamente a una molecola chiamata Ctla-4, che si trova sulla superficie dei linfociti T. Grazie a questo legame l'Ipilimumab riesce a 'innescare' una risposta immunitaria anti-tumore. Alla seconda classe appartengono il Nivolumab e il Pembrolizumab che agiscono come il farmaco descritto in precedenza. Svolgono la loro azione andando a bloccare una molecola chiamata Pd-1. Alla classe degli inibitori di Pdl-1, che hanno lo stesso meccanismo ma con differente bersaglio molecolare, appartengono invece l'Atezolizumab ed il Durvalumab anch'essi molto promettenti".
I farmaci sopraelencati si trovano in punti diversi dell'iter registrativo, alcuni sono già prescrivibili, altri lo saranno a breve con indicazioni terapeutiche precise. "Numerosi studi hanno dimostrato l'efficacia di questi nuovi farmaci sia in termini di sopravvivenza libera da progressione tumorale sia in termini di sopravvivenza globale- continua Danilo Rocco- Nel corso del congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo), tenutosi a Copenaghen nei mesi scorsi, è stata ribadita l'efficacia delle molecole immuno-oncologiche nel trattamento del tumore polmonare".
In Italia si registrano ogni giorno 110 nuove diagnosi di tumore polmonare In particolare, Il tumore al polmone non a piccole cellule è la terza neoplasia per incidenza in Italia con più di 41 mila nuove diagnosi stimate nel 2016. Il fumo rappresenta il principale fattore di rischio. Fra il 1999 e il 2011 l'incidenza del carcinoma del polmone è diminuita del 20,4% tra gli uomini, mentre è aumentata del 34% nelle donne. "Alla luce di questi dati- conclude Danilo Rocco- è fondamentale che lo pneumologo ribadisca l'importanza del suo ruolo all'interno di un team multidisciplinare che deve gestire, a 360 gradi, la patologia. Non dimentichiamo inoltre che lo pneumologo già prescrive molecole che agiscono grazie al loro effetto a livello immunologico per altre patologie ed ha quindi familiarità con esse sia nella gestione delle somministrazioni che nella gestione degli effetti tossici".
(Comunicati/Dire)