(DIRE) Roma, 21 feb. - Nel nostro Paese corruzione e frode, insieme a sprechi e inefficienze, sottraggano risorse ai servizi assistenziali per un totale di circa 23 miliardi di euro, pari al 20% del totale delle spese sanitarie sostenute annualmente (equivalente a 110 miliardi). In questo scenario, e alla luce del nuovo Piano Nazionale Anticorruzione 2016, diventa prioritario contribuire a sviluppare una maggiore consapevolezza etica nel professionista della salute al fine di assicurare servizi assistenziali di qualità in un'ottica di appropriatezza, sostenibilità e trasparenza. Fondamentale nell'area diabete che rappresenta una delle patologie croniche più diffuse al mondo- in Italia si contano 4 milioni di pazienti- e che ha pesanti ricadute non solo in termini economici, ma anche sociali e personali. L'etica professionale- con un focus sull'area diabetologica- e i meccanismi di applicazione della deontologia nelle organizzazioni sanitarie, sono stati i temi al centro del Convegno svoltosi a Roma presso l'Auditorium "Gen. Cosimo Piccinno" del Ministero della Salute, dal titolo "L'etica nella professione e nelle organizzazioni", organizzato dall'Associazione Medici Diabetologi (Amd), che ha visto la partecipazione dei massimi esperti di etica in ambito sanitario.
"Nel nostro sistema sanitario non è possibile isolare il fenomeno della corruzione da quello dell'inadeguata gestione organizzativa e degli sprechi, che si traducono in risorse sottratte ai servizi sanitari. In particolare le attività di prevenzione nell'area del diabete, fondamentali per evitare il dilagare di questa vera e propria epidemia- commenta Maria Franca Mulas, coordinatrice del Gruppo Diabetologia Misurata, Amd- Un comportamento etico si concretizza proprio nelle scelte operate quotidianamente, ad esempio nella scelta del farmaco più appropriato, nel rapporto con le aziende, con le organizzazioni e con gli altri operatori. Come operatori abbiamo la responsabilità di crescere professionalmente al fine di prevenire comportamenti che, a causa di un certo grado di inconsapevolezza e inerzia, contribuiscono a quelle storture e inefficienze del sistema che ben conosciamo".
Secondo il Transparency International Italia - Associazione contro la corruzione, il problema di tale illegittimità è determinato da fattori quali l'asimmetria informativa (la mancata comunicazione trasparente tra pazienti, operatori, aziende produttrici e ufficiali responsabili della spesa), la grande complessità del sistema sanitario (difficoltà e analisi di raccolta delle informazioni, di sviluppo della trasparenza, di prevenzione della corruzione), l'incertezza del mercato della sanità (difficoltà per i decisori policymakers di prevedere la diffusione di malattie per allocare risorse comprendere i costi e l'efficacia delle cure). Si stima infatti che il tasso medio di corruzione e frode in sanità sia del 5,59%, con un intervallo che varia tra il 3,29 e il 10%. Per la sanità italiana, che vale circa 110 miliardi di euro annui, questo si tradurrebbe in circa 6 miliardi di euro sottratti ai servizi assistenziali. Se a questi si aggiungono i costi di sprechi e inefficienze, il conto salirebbe a oltre 23 miliardi di euro.
"Acquisita la distanza esistente tra l'ambiente sanitario descritto e la necessità di un'assistenza più appropriata e sostenibile, Amd si sta adoperando per rendere più trasparenti i comportamenti professionali dei propri iscritti, iniziando con attività dedicate all'educazione alla legalità e alla consapevolezza etica dell'agire professionale. Arrivando poi a fornire strumenti funzionali nel guidare sia le scelte tecniche, sia le relazioni con il paziente, i rapporti tra operatori e con le organizzazioni sanitarie, le aziende e le istituzioni, anche alla luce del nuovo Piano Nazionale Anticorruzione 2016, di recente approvazione, che richiede agli ordini professionali un sempre maggiore impegno in termini di formazione e controllo", dichiara Nicoletta Musacchio, Presidente Nazionale Amd.
Amd, grazie a iniziative di tipo formativo e percorsi di aggiornamento teorico-pratico, si propone di supportare e rendere realizzabili ed efficaci alcune delle proposte identificate nel report "Corruzione e sprechi in sanità, 2013"1 quali: favorire la risoluzione della asimmetria informativa che espone al rischio corruzione il cittadino debole e poco informato rispetto al medico che agisce in sua vece, rispetto al Ssn, determinando la domanda e l'offerta; promuovere l'etica tra i medici e lo staff; aumentare l'efficienza e intensificare i controlli sull'attività dei medici e lo staff; pubblicare indicatori di attività e risultato dei medici e dei dirigenti per rendere trasparente l'uso delle risorse pubbliche; sostenere il whistleblowing. L'etica è oggi quindi l'unico strumento davvero efficace nella gestione di processi complessi e non può più essere circoscritta all'indirizzo della pratica medica, fermo restando che le decisioni del singolo professionista possono orientare in modo determinante non solo le performance aziendali, ma anche e soprattutto i servizi e le tutele offerte al cittadino. Occorrerà però tempo perché la struttura dei sistemi sanitari acquisisca maturità, sufficiente per esprimere autonomamente una cultura etica in grado di guidare l'operatività concreta.
(Wel/ Dire)