(DIRE) Roma, 2 feb. - La politica di apertura delle Case della Salute nel Lazio "sta funzionando". Lo ha detto Vincenzo Panella, direttore generale della Direzione Salute e Politiche sociali della Regione Lazio, intervistato dall'agenzia Dire. "Il medico di medicina generale e la presa in carico del paziente cronico da parte del medico di medicina generale sono la chiave di volta di questa modalità di vedere la Salute".
Un progetto che "espanderemo progressivamente. Ne sono già aperte molte, altre stanno per essere aperte. L'obiettivo finale è di averne quante ne basta in tutto il Lazio- ha affermato Panella- più di una per ciascun distretto, utili anche ad asciugare l'ospedale delle funzioni improprie che oggi svolge.
Pensiamo al ruolo che le Case della Salute e gli ambulatori del sabato e della domenica, al suo interno, svolgono e stanno già svolgendo nel decongestionamento dei pronto soccorsi. È naturale che se le persone hanno un'alternativa al Pronto soccorso per le patologie non gravi, dove i codici bianchi o verdi sono costretti ad attendere moltissimo, la usano. Noi stiamo costruendo questa alternativa".
Il progetto regionale sulla realizzazione e il potenziamento della Rete delle cure primarie, che ha "come perno la Casa della Salute" continua quindi "a rimanere una chiave di volta nella strategia di cambiamento della sanità del Lazio. Rappresentano nel mondo della sanità extra ospedaliera- ha precisato il direttore- la visibilità del cambiamento per un nuovo modello".
A cosa servono le Case della Salute? "Ad offrire al cittadino non un arcipelago di servizi distribuiti qua e là nel territorio, ma un unico riferimento nel quale le persone possano trovare tutto quello che serve loro quando non hanno bisogno di ospedale", ha chiarito Panella.
La malattia cronica, "aumenta di anno in anno in maniera significativa", e vede il malato "avere spesso bisogno di interfacciarsi con lo specialista, con la parte diagnostica, con i controlli con il medico di medicina generale per i presidi, gli ausili e tutto quello che non è 'acuzie'. La Casa della Salute vuole offrirsi come un unico contenitore per tutti questi bisogni, inclusi quelli di carattere più sociosanitario, più sociale". Infatti, è previsto che nelle Case della Salute, "ci sia il punto unico di accesso sia alle attività sanitarie che a quelle sociali. Molti di questi punti unici di accesso già oggi sono gestiti in condivisione con i Comuni e con gli enti sociali: personale dell'uno e dell'altro ente- ha raccontato Panella- sta dietro allo stesso sportello per offrire al paziente una risposta a tutti i bisogni di cura. Pensiamo agli anziani, ai disabili, in cui a volte è difficile discriminare quanto di sociale e quanto di sanitario ci sia in una loro esigenza".
Questo servizio aiuta a "riunificare tutto quello che si fa sparso nel territorio in un unico punto- ha concluso- le Case della Salute già funzionanti rispondono a questo principio".
(Rac/ Dire)