(DIRE) Roma, 22 dic. - Dieci linee di azione per quella che si puo' definire "emergenza pediatrica" caratterizzano le "Linee di indirizzo per la promozione e ii miglioramento della qualita', della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali in area pediatrico-adolescenziale", approvate in Stato-Regioni.
Al primo posto ci sono le misure di politica sanitaria per l'integrazione dell'assistenza pediatrica che prevedono come parole chiave l'appropriatezza organizzativa e clinica, la presa in carico e la continuita' assistenziale, l'offerta integrata dei servizi e la transizione dalle cure pediatriche alla medicina dell'adulto.
Secondo le linee guida infatti, i bisogni assistenziali in eta' pediatrica si sono evoluti nelle ultime 2-3 decadi: il basso tasso di fecondita', pari a 1.4 figli per donna in eta' fertile, ben inferiore al tasso di fecondita' di 2.1 che assicurerebbe alla popolazione la possibilita' di riprodursi mantenendo costante la propria struttura assieme alla maggiore longevita', hanno profondamente modificato la piramide demografica della popolazione italiana.
E altri cambiamenti che incidono sui nuovi bisogni assistenziali sono l'aumento dell'eta' media delle donne primipare (attualmente l'eta' media al primo figlio e' per le donne italiane superiore a 31 anni, con variazioni sensibili tra le Regioni del Nord e quelle del Sud mentre negli anni '60 era circa di 26 anni), dei figli che vivono in famiglie monoparentali (circa 8% delle famiglie nel 2012), e quello dei figli nati in famiglie con uno o entrambi i genitori stranieri (il 19% dei nati del 2011 ha la madre non italiana, secondo il CeDAP).
Per di piu', senza interventi che possano modificare la situazione attuale si puo' stimare che ii numero previsto di pediatri nel 2030 in Italia sara' di circa 8.700, con una perdita di circa 6.300 pediatri rispetto al 2006.
Per questo le linee guida prevedono anche criteri e standard per l'assistenza pediatrica, dal pediatria delle cure primarie a quello di libera scelta, fino all'attivita' consultoriale, all'assistenza pediatrica ospedaliera e ai servizi di emergenza urgenza pediatrica.
In Italia, si e' assistito negli ultimi 30 anni ad un continuo aumento degli accessi in Pronto soccorso (P.S.) sia generale che pediatrico. Si registrano circa 30 milioni di accessi/anno: gli accessi pediatrici (Societa' italiana di Medicina d'Emergenza-Urgenza pediatrica) sono di circa 3 milioni/anno ovvero ii 10% del totale e sono particolarmente concentrati nei giorni prefestivi e festivi.
L'accesso al P.S. pediatrico e' spontaneo in circa il 90% dei casi, senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuita' assistenziale dell'area territoriale.
Oggi, dei circa 3 milioni di minori che giungono ogni anno al Pronto soccorso, lo 0,5-1% viene codificato al triage come codice rosso e il 10-12% come codice giallo; questo significa che ogni anno circa 20.000-30.000 bambini giungono al P.S. In condizioni cliniche molto gravi e circa 300.000 vi giungono in condizioni comunque gravi. Il tema dell'emergenza-urgenza riguarda prevalentemente i bambini piu' piccoli che, piu' facilmente, rispetto ai bambini piu' grandi vanno incontro ad insufficienza d'organo. Una particolare categoria a rischio e' rappresentata dai bambini con malattie croniche che nelle fasi di riacutizzazione o di complicanza possono piu' facilmente rispetto agli altri raggiungere elevati livelli di complessita'. Quindi, la presa in carico di questi bambini richiede conoscenze, competenze, abilita' ed una organizzazione multidisciplinare diversa rispetto a quelle per l'adulto.
L'analisi degli accessi al P.S. mette anche in evidenza che circa il 90% dei casi sono costituiti da codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero. E' vero anche che tra i tanti pazienti a cui e' attribuito un codice verde vi possono essere bambini affetti da patologie importanti o a rischio di complicanze acute, in particolare al di sotto dell'anno di eta'.
Terza linea di azione e' quella delle cure palliative e terapia del dolore in eta' pediatrica, a cui segue - quarta linea - l'assistenza al bambino con malattie croniche complesse e malattie rare che vanno dalle malattie croniche complesse ai tumori.
Nel documento sono previste anche l'assistenza neuropsichiatrica in eta' evolutiva e la riabilitazione sempre in eta' evolutiva.
Per quanto riguarda la formazione, quella del personale medico e infermieristico che opera nelle unita' operative ospedaliere e nei servizi territoriali dell'area pediatrica, e' uno degli elementi qualificanti del percorso assistenziale garanzia di qualita' ed efficienza del sistema e strumento per contribuire a ridurre ii rischio clinico e migliorare la sicurezza dei pazienti.
Le attivita' formative dell'area pediatrica dovranno essere indirizzate verso percorsi diagnostico¡ terapeutici e assistenziali finalizzati a un processo di integrazione tra cure territoriali ed ospedaliere. Nell'ottica di una efficace programmazione degli interventi, dovranno essere predisposti piani di intervento per la formazione integrata del personale medico e delle professionalita' sanitarie coinvolte nel processo di riorganizzazione in rete delle cure pediatriche anche attraverso sistemi di rilevazione periodica delle esigenze formative emergenti.
Le linee guida prevedono anche la carta dei servizi e il volontariato, la carta dei servizi per l'area pediatrico adolescenziale e il ruolo delle famiglie e del volontariato.
Infine, le ultime due linee d'azione prevedono il monitoraggio e la verifica delle attivita' e l'istituzione di una funzione di coordinamento permanente per l'assistenza in area pediatrico-adolescenziale.
(Wel/ Dire)