(DIRE) Roma, 6 dic. - Presentata al Ministero della Salute la "Consensus su diagnosi, trattamento e prevenzione dell'obesita' del bambino e dell'adolescente" realizzata dalla Societa' Italiana di Pediatria e dalla Societa' Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, con il contributo dell'Area Pediatrica che ha tra i suoi principali obiettivi il contrasto all'obesita' infantile. Il Documento riporta lo stato dell'arte delle conoscenze disponibili sull'argomento, offrendole alla comunita' sanitaria nazionale, alle famiglie, alle scuole, ai decisori, quale base di riferimento per l'intervento preventivo e terapeutico.
"La Consensus conferma che l'obesita' infantile e' un fenomeno dilagante e persistente. Basti pensare che in Italia a 9 anni un bambino su 10 e' obeso e 2 su 10 sono in sovrappeso e che circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulti. Ma cio' che desta piu' allarme sono i dati sulle complicanze fisiche e psicosociali gia' presenti nell'infanzia e che tendono ad aggravarsi in eta' adulta- spiega il Presidente Sip Alberto Villani- La prevenzione e la cura dell'obesita' e delle sue complicanze rappresentano un obiettivo prioritario dell'agenda sanitaria del Paese, anche per ridurre i costi che il Ssn dovra' sostenere per la cura e l'assistenza di adulti con patologie croniche associate all'obesita'".
I numeri delle complicanze dell'obesita' in eta' pediatrica (6-17 anni) che emergono dalla Consensus sono importanti: circa il 5% dei bambini/adolescenti italiani con obesita' ha valori di glicemia superiori ai limiti di normalita', condizione definita di pre-diabete, cioe' un'alterazione del metabolismo del glucosio che pero' puo' ancora regredire. Non e' detto che questi bambini si ammalino di diabete, ma e' molto importante che il metabolismo del glucosio rientri nei limiti di normalita' attraverso il calo del peso, la corretta alimentazione e l'attivita' motoria; piu' del 30% dei bambini obesi ha valori di trigliceridi e/o colesterolo Ldl elevati e colesterolo Hdl (colesterolo buono) ridotto rispetto ai valori di normalita', condizione che li espone a rischi di sindrome metabolica e alla comparsa di arteriosclerosi; piu' del 30% dei bambini obesi ha grasso accumulato nel fegato, condizione evidente di un danno epatico iniziale che pero' puo' progredire e peggiorare nel tempo; piu' del 10% dei bambini obesi ha valori pressori superiori alla norma. Diabete, ipertensione e dislipidemia sono sempre piu' frequenti nell'infanzia, ma possono essere contrastati con il controllo del peso.
Preoccupa in particolare il diabete. "Il diabete mellito tipo 2 che normalmente insorge in eta' adulta sta comparendo in eta' sempre piu' precoce- spiega Claudio Maffeis, Professore di Pediatria all'Universita' di Verona- Uno studio statunitense ha pronosticato un costante incremento delle diagnosi negli adolescenti: nel 2050 il diabete 2 riguardera' in media un ragazzo americano ogni 1.500. Il diabete a esordio precoce e' piu' aggressivo rispetto a quello che insorge in eta' adulta e le temibili complicanze del diabete compaiono in media tre volte prima".
PREVENZIONE GIÀ A PARTIRE DAI 6 ANNI - L'intervento precoce e' decisivo. "Il riconoscimento precoce delle condizioni di alterazione metabolica offre la possibilita' di intervenire in modo tempestivo ed efficace promuovendone la risoluzione con un corretto stile di vita ed una dieta equilibrata- spiega il Presidente Siedp Stefano Cianfarani- Al contrario il persistere nel tempo di glicemia, lipidi e pressione elevati favorisce la comparsa precoce di diabete, ipertensione ed arteriosclerosi. Non a caso una delle indicazioni piu' importanti della Consensus e' quella di ricercare alcune alterazioni metaboliche (incremento di glicemia, trigliceridi, colesterolo, pressione arteriosa) e del fegato grasso nel bambino con obesita' gia' a partire dai 6 anni". CRUCIALI I PRIMI 1000 GIORNI - La chiave per la prevenzione dell'obesita' e' cominciare sin dalle prime eta' della vita. I primi 1000 giorni di vita (gravidanza e primi due anni di vita) si sono dimostrati un periodo cruciale per la sensibilita' dell'organismo all'esposizione a fattori di rischio o protettivi per il suo metabolismo, con effetti importanti a lungo termine sulla salute. La letteratura scientifica ha dimostrato che cio' che accade in questi primi mille giorni puo' influenzare la predisposizione a varie malattie nelle eta' future. Allattamento al seno, svezzamento secondo le raccomandazioni nazionali, no a sale e a zuccheri aggiunti sono tra le regole principali che i bambini devono seguire nei primi due anni di vita per prevenire sovrappeso e obesita' e quindi l'insorgere di patologie in eta' adulta. A cio' si aggiungono, quali altri elementi cardine per la prevenzione, osservare la (vera) dieta mediterranea sin dalle prime eta' e praticare attivita' fisica per almeno 60 minuti tutti i giorni. Per favorire la corretta prevenzione, la Sip e Siedp hanno elaborato un Decalogo anti-obesita' con le regole da osservare dal concepimento e per l'intera vita (vedere documento successivo).
LE INDICAZIONI DELLA CONSENSUS PER LA SCUOLA E I DECISORI PUBBLICI - L'obesita' ha cause multifattoriali e quindi la prevenzione deve coinvolgere tutti gli attori che intervengono nella promozione e tutela della salute in eta' infantile: famiglia, scuola, pediatri, istituzioni. "La scuola, insieme alla famiglia, riveste un ruolo cruciale in quanto e' l'ambiente in cui i bambini trascorrono gran parte del loro tempo e da cui apprendono i comportamenti da attuare- spiega Alberto Villani- Alcuni studi hanno dimostrato l'efficacia di alcune misure nella prevenzione dell'obesita' infantile, tra questi la rimozione dei distributori automatici di bevande zuccherate e alimenti ricchi di sale e grassi, l'offerta di frutta e acqua a basso costo e gratuitamente e l'aumento delle ore di educazione fisica in orario scolastico ed extrascolastico. Inoltre alcuni provvedimenti legislativi possono creare condizioni ambientali che facilitano scelte salutari, quali favorire l'accesso ai cibi sani, scoraggiare il consumo di cibi ipercalorici e di scarso valore nutrizionale e dare maggiori opportunita' di essere fisicamente attivi implementando la qualita' del trasporto pubblico e la sicurezza stradale con la costruzione di piste ciclabili e pedonali nei centri urbani".
(Wel/Dire)