(DIRE) Roma, 11 apr. - "Sono molto perplesso sull'opportunità che un direttore generale di un'azienda sanitaria possa fare queste affermazioni che tendenzialmente dimostrano una non adeguata conoscenza dei ruoli e delle competenze sia del medico che dell'infermiere". Così Giuseppe Lavra, presidente dell'Ordine dei medici-chirurghi e odontoiatri di Roma, risponde alle dichiarazioni del dg dell'Umberto I, Domenico Alessio, secondo il quale, come affermato in una intervista all'agenzia Dire, "l'infermiere non ha bisogno del medico, mentre il medico ha bisogno dell'infermiere".
- Secondo il rappresentante degli oltre 43mila camici bianchi romani, si tratta di "affermazioni con un carattere divisivo, per mettere quasi in contrapposizione operatori sanitari che invece agiscono nell'interesse del cittadino-paziente e che sono chiamati ad operare in armonia tra loro". Un concetto che possiamo riassumere nell'espressione "'benessere organizzativo', mentre in questo caso- prosegue Lavra alla Dire- sarebbe più giusto parlare, secondo la mentalità del dottor Alessio, di 'malessere organizzativo': non proprio il compito di un direttore generale".
- Eppure ormai vi sono strutture ospedaliere in cui, come ricordato anche dal dg Alessio, esistono reparti esclusivi a direzione infermieristica. E proprio all'Umberto I è stato realizzato un reparto di questo tipo, in cui tutta la gestione è affidata agli infermieri. "Parliamo di una questione aperta e molto controversa. Non è possibile essere d'accordo neanche su questa convinzione e preferenza organizzativa del direttore generale: dove c'è un reparto dedicato alle cure di pazienti con determinate patologie, aggiungerei con carattere acuto altrimenti non avrebbe senso tenerli in degenza, ci si deve chiedere su quali basi cliniche, quali indicazioni diagnostiche e loro evoluzioni questi pazienti si trovano lì. Il fatto che dei malati siano ricoverati in reparto ospedaliero è giustificato solamente da un inquadramento diagnostico che ne giustifica l'appropriatezza. E la diagnosi è una competenza clinica del medico".
- Quindi, si chiede Lavra, "come si fa a sostenere tutto questo se si esclude la competenza fondamentale del medico? In questo caso il dg dimostra di ignorare quale sia la finalità della degenza di un paziente in un reparto di ospedale per acuti e chi abbia la competenza a valutare la congruità della sua presenza in quel contesto. Infatti, ove non fossero riscontrate patologie degne di rilievo non si avrebbe motivo di tale degenza". - Perché per le necessità di un paziente con minore complessità, la gestione affidata solo a infermieri non va bene? "Il concetto di minore complessità- spiega il presidente dell'Omceo di Roma all'agenzia Dire- richiama ciò che purtroppo il Parlamento ha ritenuto di accennare nel comma 566 scritto, direi "furtivamente", nell'ambito della legge di Stabilità 2015: è lì che compare per la prima volta tale concetto. Queste situazioni non avrebbero motivo di esistere se facessimo un serio riferimento agli aspetti fondanti della valutazione clinico-diagnostica, la quale rimane il momento centrale per tenere ricoverati i pazienti in un reparto di ospedale". Ma, prosegue Lavra, "come si fa a definire cosa è complesso e cosa è semplice quando si ha di fronte una persona malata? Non ha senso: la patologia ha sempre una sua complessità, non è consentito banalizzare la patologia di un essere umano". In questo caso dalla direzione dell'Umberto I è stata fatta una semplificazione di inquadramento che può essere giustificata solo da una scarsa conoscenza degli elementi della clinica e dell'assistenza. "In chi esprime queste opinioni c'è evidentemente un grave deficit di conoscenza nella materia", conclude Lavra.
ALESSIO PENSI A RISOLVERE PRECARIATO - "Il Policlinico Umberto I ha complessità che non sono molto lontane da quelle di un qualsiasi altro grande ospedale. Anzi, forse ha ereditato un vantaggio nella grande tradizione culturale e un retroterra molto positivo. Ma la gestione dell'attuale direzione, con le sue recenti prese di posizione, non mi pare sia consona a un ateneo così importante come l'università La Sapienza". Così Giuseppe Lavra, presidente dell'Ordine dei medici-chirurghi e odontoiatri di Roma, parlando del policlinico romano, guidato dal direttore generale, Domenico Alessio.
"Una delle criticità maggiori del nosocomio riguarda sicuramente la presenza di personale precario, che è stato creato da chi ha gestito l'ospedale negli ultimi anni e che non ha saputo affrontare in maniera adeguata, visto il primato raggiunto nel tasso di instabilità professionale. Addirittura- spiega Lavra all'agenzia Dire- ci sono situazioni di precariato fuori norma indegni di un Paese civile, mi riferisco al lavoro precario senza diritti contrattuali. Io parlerei di un grave deficit gestionale. Di queste gravi criticità irrisolte dovrebbe occuparsi un direttore generale di un grande nosocomio, invece di attardarsi a 'questionare'".
Più in generale, sulla situazione di precarietà ci sono delle novità o dei passi in avanti? "So che il governo regionale si sta dando da fare sotto le pressioni che arrivano da parte sindacale e anche da parte dell'Ordine per le sue specifiche competenze; ma non mi risulta si sia ancora delineato un percorso lineare utile a conseguire la stabilizzazione dei precari. C'è ancora molto da fare" conclude Lavra.
(Ekp/ Dire)