(DIRE) Roma, 10 apr. - "Negli ultimi decenni abbiamo lavorato con le organizzazioni internazionali per cercare di far diventare realtà nella vita quotidiana di miliardi di donne alcuni principi. E il bilancio che stiamo facendo in questo decennio è fatto di luci ed ombre". Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nel corso del suo intervento al Forum internazionale di dialogo 'Starting from girls. Women Forum on inequality and sustainable growth', organizzato in collaborazione con WE-Women Empower the World, l'Aspen Initiative for Europe e Valore, promosso a Roma presso il ministero degli Esteri dalla presidenza italiana del G7.
"Tra le luci c'è sicuramente quella di una maggiore consapevolezza- ha proseguito Lorenzin- in merito ad alcune tematiche riguardanti per esempio la violenza, i diritti umani e l'acquisizione di quelli civili, che passano attraverso la salute; pensiamo alla nutrizione, alla possibilità di alimentare correttamente i propri figli oltre che se stesse, oppure alla capacità di conservazione della propria integrità e del proprio corpo, quindi alle battaglie contro l'infibulazione e le molestie".
Lorenzin ha quindi ricordato una "bellissima" storia che riguarda i rifugiati e gli immigrati nel nostro Paese: "Mi riferisco all'accoglienza di una bambina di 4 anni scappata dal suo Paese e messa dalla mamma su un barcone per sfuggire al dramma dell'infibulazione. Questa bambina è stata accolta qui in Italia, attraverso la nostra ambasciata, e si è ricongiunta con la madre dopo 4 mesi. Ora io, non solo da ministro ma da madre, immagino cosa possa significare per una mamma mettere la propria figlia su una barca che potrebbe affondare durante un viaggio dell'orrore".
Qui in Italia di viaggi del genere "ne vediamo tutti i giorni- ha sottolineato Lorenzin- ricordo solo che durante la missione di Mare Nostrum abbiamo accolto, curato e vaccinato 100mila persone, alcune delle quali sono nel nostro territorio altre invece sono andate nel resto d'Europa con un primo imprinting sanitario". Luci ed ombre, dunque. Ha infatti proseguito il ministro: "Tra le ombre c'è quella delle donne che vivono di più ma in condizioni peggiori in quasi tutto il mondo, dove conducono l'ultima parte della propria vita male a causa di un peso di cura che hanno accumulato durante tutta la propria esistenza. Un caregiver a volte insopportabile, che le porta ad invecchiare male".
Le ombre però sono date anche da quello che accade "a tante donne che sembrano invisibili- ha detto Lorenzin- eppure le vediamo di fronte a noi, nei dossier delle televisioni e nei report che ci vengono fatti ogni giorno: sono le migliaia di donne rifugiate che si muovono disperatamente attraverso i confini del mondo con i loro bambini, donne che subiscono durante questi viaggi maltrattamenti di ogni genere e che arrivano poi nei nostri Paesi, a volte finendo anche qui in una dimensione di oblio".
Il ministro della Salute ha parlato quindi del lavoro "importante" che l'Italia sta portando avanti su questo tema: "Quello sulla salute della donna rifugiata è un lavoro che significa recuperare l'integrità e la dignità di queste persone, oltre che curarle. Spesso le storie che raccogliamo, che purtoppo sono tutte uguali, sono storie di grandissimi maltrattamenti, di sevizie e di altre situazioni veramente a limite; quindi è indispensabile che ci sia un'attività e un'azione specifica nei confronti di queste persone".
Nella Carta di Roma, firmata un anno e mezo fa con l'Oms regionale (che comprende Europa e Africa), si è delineata una "linea guida di indirizzo e di azione per l'individuazione, il trattamento e anche la presa in carico di queste donne- fa sapere Lorenzin- nel loro percorso non solo nei Paesi di arrivo ma anche durante il trasporto oltre confine. È un lavoro molto importante che abbiamo portato anche alle Nazioni Unite, richiedendo che ci fosse un intervento chiaro sulla salute dei rifugiati e in particolare su quella delle donne e dei bambini, che sono l'altra faccia del problema. Ormai in questi viaggi c'è un aumento veramente esponenziale dei minori e molte donne, tra l'altro, partoriscono durante il tragitto o all'arrivo, oppure rimangono in stato interessante sulla barca subendo spesso violenze durante il viaggio".
Accanto a queste tematiche, ci poi le grandi linee di azioni "sulle quali dobbiamo continuare a essere particolarmente focalizzati. Penso al tema delle vaccinazioni, che passa attraverso le donne e le madri, al tema dell'educazione alla salute, e penso a come combattere alcune patologie come la malaria in Africa, ma anche all'altro grande tema dell'istruzione: non possiamo infatti non farci carico del fatto che ci sono milioni di donne che avevano accesso soltanto fino a pochi decenni fa alla scolarizzazione e che oggi in larga parte del mondo sono state abbandonate all'analfabetismo".
Secondo il ministro della Salute questo è un tema "importantissimo che non ci può lasciare indifferenti e che chiede un coinvolgimento sempre maggiore delle organizzazioni internazionali sul campo e, laddove è possibile, un'azione forte di pressione culturale".
Il ministro della Salute ha parlato anche della medicina di genere: "Da una parte c'è la consapevolezza della salute della donna, dall'altra la scoperta della medicina di genere per la cui diffusione ci stiamo battendo in Europa. La medicina di genere significa riconoscere la differenza e la diversità biologica e su questo bisogna poter incentrare la ricerca scientifica, dai nuovi farmaci e terapie fino alle cure che tengono conto delle nostre differenze. Questa può essere una cosa considerata quasi banale, ma non lo è: non ha niente di ideologico e si basa su evidenze scientifiche. In molti luoghi si è ancora resti a fare sperimentazioni sui farmaci differenziati per le donne perché costa di più, ma ormai la medicina personalizzata ci insegna come in realtà per curare una donna dobbiamo tener conto della sua differenziazione, così come c'è una differenziazione- ha concluso infine Lorenzin- nella sperimentazione dei farmaci tra bambini e anziani".
(Wel/ Dire)