Roma, 16 set. - Consip allarga la rete. Per ottenere più risparmi nella spesa pubblica e "intrappolare" sprechi ed inefficienze. E se nel 2016 il contributo alla spending review sarà alla fine di circa 1,6 miliardi (+60% rispetto alle stime), per il 2017 ci si attende una cifra intorno ai 2 miliardi. Inutile comunque cercare conferme perchè Luigi Marroni, l'ad di Consip, la società del Tesoro incaricata di gestire gli acquisti di beni e servizi pubblici, spuntando i prezzi migliori del mercato, non si scopre. Da qui al 2018 l'obiettivo è di ottenere cinque miliardi di risparmi, razionalizzando gli acquisti, soprattutto ora che Bruxelles è in pressing sul nostro debito e sulla necessità quindi di far ripartire con più forza la spending review. Nel mirino c'è sopratutto il comparto sanitario, vero tallone d'Achille dei conti pubblici, entrato, come ogni anno, tra i capitoli da mettere a dieta nella legge di bilancio. La Consip, d'intesa con le Regioni, ha avviato una vera rivoluzione. A fine ottobre arriverà a conclusione la gara nazionale per l'acquisto delle siringhe, simbolo fin troppo mitizzato di tante inefficienze. Gli uomini di Marroni si attendono risparmi considerevoli, visto che da Nord a Sud, i prezzi sono divergenti e per certi aspetti surreali. "Lo sconto sarà del 15-20%, cioè circa 10 milioni rispetto alla spesa complessiva di 60 milioni, mantenendo una attenzione altissima alla qualità". Visto che il prezzo di aggiudicazione, sottolineano in Consip, sarà per metà legato ai costo e per metà proprio alla qualità del prodotto. Non solo. Le siringhe scontate, che da gennaio le Asl potranno ordinare, saranno state anche sottoposte preventivamente ad una valutazione sul campo da parte di un comitato scientifico autonomo. Insomma, è la filosofia di fondo di Marroni, "sì ai risparmi, ma non a discapito della qualità".
IL RUOLO DELLE REGIONI Ma il piano più rilevante, sempre insieme alle Regioni, riguarda il rinnovo del parco delle apparecchiature di diagnostica per immagini, dalle Tac alla risonanza magnetica. Con l'obiettivo dichiarato di sostituire in 5 anni ben 16.000 apparecchiature considerate ormai obsolete, Il 60% del totale. La spesa prevista è di circa 1,5 miliardi, ma grazie alla gare standardizzate e alle dure selezioni, la Consip prevede di ottenere un risparmio di circa 600 milioni. Sostituendo le vecchie macchine con le top di gamma del settore. Il tutto coinvolgendo le società scientifiche di radiologia e cardiologia che utilizzano negli ospedali questi strumenti. Sarà poi l'Istituto superiore di sanità a dare validità scientifica, validando le scelte dei vari prodotti. Macchine nuove in grado di emettere meno radiazioni e di essere molto più precise, dando benefici ai pazienti e ai contribuenti. Presto saranno messe a gara anche pacemaker, defibrillatori, stent e apparecchiature per la dialisi che valgono complessivamente circa 400 milioni. E anche qui lo scopo è alleggerire la spesa sanitaria di un 15-20%, mantenendo una qualità altissima. Del resto su questo fronti sono stati fatti grandi passi avanti. Con risparmi per l'acquisto di tomografi e scanner del 52%. Sugli ecografi si registrano risparmi ancora più significativi: -73%. Con un costo medio che passa da 100 mila a 34 mila euro, stando all'ultima gara effettuata. Anche in questo caso decisivo è stato il contribuito dei medici sul campo che hanno testato i prodotti. In definitiva, gli interventi solo della Consip per razionalizzare la spesa potrebbero toccare quota un miliardo. A Palazzo Chigi ci contano molto.
Articolo tratto da Il Messaggero (Wel/ Dire)