(DIRE) Roma, 13 set. - Nel corso del 2015 sono transitate all'interno dei 195 istituti penitenziari italiani quasi centomila detenuti, per l'esattezza 99.446 individui. Sulla base di numerosi studi nazionali di prevalenza puntuale, si stima possano essere circa 5.000 gli HIV positivi, circa 6.500 I portatori attivi del virus dell'epatite B e circa 25.000 i positivi per il virus dell'epatite C. Uno dei problemi principali è che circa la metà di questi sono ignari della propria malattia, ovvero non si sono dichiarati tali ai servizi sanitari penitenziari. E' scientificamente dimostrato che la trasmissione di queste infezioni (HIV-HBV-HCV) è 6 volte più frequente da pazienti inconsapevoli rispetto a quelli che ne sono a conoscenza. IL CONGRESSO - Si svolgerà a Roma dal 14 al 16 settembre la XVII Edizione del Congresso Nazionale SIMSPe-Onlus 'Agorà Penitenziaria', presso la prestigiosa sede dell'Istituto Superiore di Sanità (Viale Regina Margherita, 299). Oltre 200 i partecipanti, provenienti da tutta Italia. L'appuntamento vuole essere momento di confronto fra le diverse figure sanitarie che operano all'interno degli istituti penitenziari e fornire spunti per una riflessione approfondita del fare salute in carcere, agli stessi operatori sanitari, a chi amministra gli Istituti e a chi ha il compito di stabilire le regole ed allocare le risorse.
"La SIMIT, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali sostiene da sempre fortemente le attività di SIMSPe e di Agorà Penitenziaria, poiché all'interno delle carceri emerge forte l'esigenza di un corretto approccio e trattamento delle malattie infettive, con l'utilizzo di referenti e specialisti sul territorio nazionale - aggiunge il Dr. Antonio Chirianni, Presidente Simit - D'altronde la trasmissione di alcune patologie sono favorite dal sovraffollamento delle carceri ed è necessario monitorare e tenere alta l'attenzione per un problema che ha risvolti sociali e economici assai rilevanti.
Tra i tanti argomenti trattati, la gestione e la terapia delle epatiti virali croniche; la tutela della salute nei minori ristretti; le condizioni nelle carceri europee; HIV e coinfezioni con virus epatici. In occasione del congresso sarà anche presentata ROSE, Rete donne SimspE, per quanto riguarda la salute delle donne. "Si tratta del 17º congresso della Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria - spiega il Dr. Luciano Lucania, Presidente SIMSPe-Onlus - L'abbiamo chiamato "Agorà penitenziaria" perché intendiamo ricreare una piazza virtuale in cui dibattere su tutte le tematiche del complesso mondo della sanità penitenziaria. L'obiettivo specifico di quest'anno è quello di avviare una riflessione sul nuovo modo di vivere in carcere dopo la riforma. È un argomento su cui di discute tanto, ma rimane ancora qualcosa da definire, da approfondire, da comprendere appieno".
"RISCHIO DI CONTAGIO ELEVATO" - Non si conosce il numero preciso delle infezioni da HCV che vengono acquisite durante la detenzione, ma sono disponibili solo pochissime segnalazioni di tipo aneddotico. "L'ambiente ristretto e talvolta sovraffollato, l'elevata presenza di queste infezioni in un'ampia aliquota di detenuti, la notevole promiscuità anche sessuale presente in alcune situazioni, insieme alla pratica diffusa dei tatuaggi ed agli episodi di conflittualità talvolta esitanti in violenza, fanno ritenere che il rischio in questo ambito possa essere elevato, ma difficilmente quantizzabile dal punto di vista scientifico", spiega il Prof. Sergio Babudieri. Associato di Malattie Infettive - Università degli Studi di Sassari.
"Una gestione clinica accurata dei pazienti detenuti con epatite C - prosegue il Prof. Babudieri - è possibile solo per coloro con una congrua pena residua e con la residenza stabile presso lo stesso carcere. Ma il periodo detentivo, anche se breve, è un'occasione unica per fare salute, per informare ogni singolo sulla propria salute e per avviarlo a comportamenti che riducano le possibilità di trasmissione delle infezioni al momento del ritorno in libertà. Studi USA dimostrano che le partner femminili di detenuti con infezione da HIV vengono infettate 8 volte in più delle partner di pazienti con HIV mai detenuti".
L'ATTENZIONE PER LE MALATTIE MENTALI - Una delle novità del tradizionale appuntamento annuale è la forte attenzione nei confronti delle malattie mentali all'interno delle carceri. "Il carcere oggi - spiega il presidente SIMSPe Lucania - si presenta in una maniera decisamente anomala rispetto a pochi anni fa.
Questo perché è cambiato profondamente il nostro tessuto sociale: il fatto che oggi ci sia la possibilità di essere presenti in tutto il mondo in maniera virtuale complica particolarmente la nostra stabilità mentale. Questo aspetto comporta aspetti traumatici e drammatici all'interno delle carceri, una difficoltà che aumenta esponenzialmente nei casi di gravi problemi di dipendenza. I disturbi psichici sono una delle prime malattie nelle carceri: un problema da risolvere il prima possibile nella speranza che non comporti disturbi ben peggiori".
(Wel/ Dire)