(DIRE) Roma, 6 ott. - I primi contratti verranno firmati già a partire dalla prossima settimana, a cominciare dall'ospedale San Camillo. Poi, quando il nuovo schema entrerà a regime, alla fine della primavera 2017, il risparmio calcolato sarà di 1 milione e 400 mila euro. La Regione ridefinisce contratti e compensi dei direttori generali di aziende ospedaliere e delle Asl del Lazio. Nessuno potrà guadagnare più di 155 mila euro, un tetto stabilito a livello nazionale e raggiunto solo da quattro figure: il direttore generale del San Camillo-Forlanini, quello del Policlinico Umberto I (strutture da mille posti letto circa) e i vertici apicali delle due principali Asl della capitale, la Roma 1 e la Roma 2, aziende frutto del recente accorpamento di quattro Asl (A, B, C ed E) che coprono un territorio di oltre un milione di abitanti. Dietro di loro, altre due fasce: una da 147 mila euro e una da 139 mila euro. Quella da 147 mila riguarderà aziende sanitarie di media grandezza come numero di popolazione assistita: Viterbo, Latina, Frosinone, la Asl Roma 5 e la Roma 6, oltre a tre ospedali: il San Giovanni, il Sant'Andrea e quello dell'università Tor Vergata. In quella da 139 mila euro, invece, sono comprese la Asl di Rieti, quella che copre Ostia, quella di Civitavecchia e l'Ares 118. A cascata, la rimodulazione porterà anche a una riduzione degli stipendi dei direttori sanitari e di quelli amministrativi, che guadagnano l'80% dell'emolumento dei dg.
Complessivamente, appunto, il risparmio per le casse della Regione, a regime, sarà di 1 milione e 385 mila euro, soldi che, sottolinea il governatore Nicola Zingaretti, "verranno reinvestiti sulle cure e sulle strutture sanitarie". Lo schema di contratto che arriverà oggi in giunta e sarà immediatamente operativo consentirà di avere un maggiore equilibrio tra i vari manager della sanità laziale. Il perché lo spiega Alessio D'Amato, il responsabile della cabina di regia della sanità regionale: "Finora abbiamo avuto davanti situazioni di squilibrio con stipendi livellati solitamente verso l'alto - afferma - Chi gestiva un'azienda sanitaria da 50.000 abitanti arrivava a guadagnare la stessa cifra di chi, invece, si trovava a dirigerne una dieci volte più grande". Ora, invece, con la rimodulazione degli stipendi le differenze verranno marcate. "Chi avrà maggiori responsabilità guadagnerà di più", conclude D'Amato. Articolo tratto da La Repubblica (Wel/ Dire)