(DIRE) Roma, 6 ott. - "Se non si invertirà la rotta degli ultimi anni si rischia di ritrovarci nel 2025 con un fabbisogno inevaso di 8.000 specialisti, il 40% dell'attuale categoria". A lanciare l'allarme è il Sindacato degli specialisti ambulatoriali Sumai-Assoprof durante il 49° Congresso Nazionale in corso a Rende-Cosenza dal titolo 'Cronicità, invecchiamento e crisi. Il ruolo della specialistica territoriale in risposta ai nuovi problemi ed alla nuova riorganizzazione del Ssn'.
Per il Sumai-Assoprof "le ragioni di questa previsione sono concorrenti: blocco del turnover che persiste in metà delle regioni italiane, precariato galoppante, sempre minor numero di medici che vengono formati, nonostante la professione rimanga fortunatamente una tra le più ambite, i dati attuali sulla categoria che vedono il 60% degli aderenti avere più di 55 anni di età ed una prospettiva di pensionamento nel medio-breve termine. Tutto ciò per il Sindacato degli specialisti è una "vera 'debacle' che cozza contro ogni tentativo di riforma delle cure territoriali, considerando che nello stesso periodo andranno contemporaneamente in pensione circa il 60% dei 65.000 Medici di medicina Generale, senza possibilità di immediato avvicendamento. Infatti la scuola di formazione della Medicina Generale licenzia solo 900 medici l'anno, numeri che, al momento, appaiono insufficienti a garantire l'attuazione del recente 'Piano sulle cronicità', delle Aft e Uccp previste nel Patto della Salute ed in parte già normate ed inserite negli Acn della medicina convenzionata come riaffermato nel recente Acn della specialistica ambulatoriale. Non va certo meglio per la specialistica ospedaliera che nello stesso periodo vedrà andare in pensione circa il 40% degli attuali 113.000 appartenenti a questa categoria".
Riassumendo, secondo i numeri elaborati dal Centro Studi dal Sumai-Assoprof su dati Enpam e Inps "entro il 2025 i medici specialisti in Italia, tra ospedalieri e convenzionati, che andranno in pensione, in mancanza di un regolare turnover si ridurranno di circa 55.160 unità e questo quindi con il concreto rischio di seppellire il nostro Ssn. Una bella responsabilità, che in mancanza di adeguati correttivi, la politica si sta assumendo nei confronti di tutti i cittadini italiani. Questa fotografia segue quanto abbiamo già denunciato negli ultimi anni, e inquadra una professione che sta vivendo sulla propria pelle il serio problema del mancato ricambio generazionale con il rischio che a pagarne le conseguenze, siano prima di tutto i cittadini. I segnali sono troppo preoccupanti e rischiano seriamente di minare alla radice tutti gli sforzi fatti per rilanciare la categoria e soprattutto la medicina territoriale. Abbiamo dato fiducia all'Esecutivo ma è chiaro che non possiamo più accettare di essere la valvola di sfogo di un sistema, giustamente vincolato all'economia, ma che sta perdendo ogni rispetto per il lavoro di tutti gli operatori che insistono nel mondo della sanità, esasperando conflittualità inutili, prive di reali contenuti e gravemente lesive degli interessi dei cittadini e dei professionisti stessi. Noi, specialisti territoriali, riteniamo che la misura sia colma. La diagnosi è chiara, la terapia pure. Ora non possiamo e non vogliamo più attendere", conclude il Sindacato degli specialisti ambulatoriali.
In occasione del convegno, è arrivato anche il messaggio del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: "Gentile Presidente, La ringrazio per il cortese invito a partecipare al 49° congresso nazionale del Sumai-Assoprof, dal titolo 'Cronicità, invecchiamento e crisi. Il ruolo della specialistica territoriale in risposta ai nuovi problemi ed alla nuova riorganizzazione del Ssn'. Per ragioni istituzionali non potrò partecipare ai lavori del Vostro Congresso, che sono certa rappresenterà come ogni anno un momento importante di confronto, riflessione e proposta in merito al rafforzamento e allo sviluppo della sanità territoriale e delle cure primarie. Com'è noto, nel quadro generale, la riorganizzazione della sanità territoriale rappresenta una delle priorità per il nostro Servizio sanitario nazionale con l'obiettivo di realizzare una sanità più vicina ai nuovi bisogni del cittadino. Le Cure primarie rappresentano, infatti, il primo livello di contatto con le persone, della famiglia, con la comunità del Servizio sanitario nazionale. L'esigenza di un cambiamento strategico del ruolo dell'ospedale, che dovrà perdere le sue caratteristiche generaliste per diventare sempre più specializzato e attrezzato tecnologicamente per la cura delle malattie acute, è ormai improcrastinabile. E in questo senso, è però altrettanto forte l'esigenza di nuovi percorsi assistenziali territoriali, basati su un approccio multidisciplinare del paziente volto a promuovere e potenziare meccanismi di integrazione delle prestazioni sanitarie e sociali, con lo scopo di garantire una efficace continuità delle cure. Come previsto dal Patto per la Salute e come ho avuto modo di ribadire anche negli obiettivi del Dicastero da me presieduto la riforma della sanità del territorio è uno dei tasselli decisivi per il futuro del nostro Servizio sanitario nazionale. Lo scopo è quello di costruire e garantire un'offerta di cura adeguata il più vicino possibile al domicilio del paziente e che sia in grado di rispondere ai nuovi bisogni di assistenza e di agire come strumento di controllo sulle eventuali riacutizzazioni o complicanze che spesso sono causa di inappropriati accessi ai servizi di urgenza. In quest'ambito il ruolo della medicina specialista ambulatoriale svolge un ruolo decisivo, proprio nell'ottica della presa in carico delle cronicità e nella costruzione di un sistema territoriale di cure integrato con le altre strutture del Ssn e le altre professionalità sanitarie. Certamente, le sfide che la nostra sanità ha davanti non sono facili e il cambiamento richiede impegno e sforzi elevati da parte di tutti. Ma in questo senso, sono certa che il Vostro Congresso potrà rappresentare un'opportunità utile, dal quale potranno emergere riflessioni e proposte interessanti allo scopo di portare a termine una riorganizzazione attesa da molto tempo. Pertanto, nel formularLe i migliori auguri di buon lavoro, La prego di porgere a tutti i presenti i miei più cordiali saluti".
(Wel/ Dire)