(DIRE) Roma, 14 mar. - La connessione, in sanità, è la carta vincente. È questo, in estrema sintesi, il messaggio emerso a Roma in occasione del dibattito 'Network di successo in sanità. Modello a confronto per ottimizzare la cura del paziente', organizzato dal Gruppo Ail Pazienti LMC presso la sala dell'Istituto di Santa Maria in Aquiro in Senato. L'incontro, che ha visto la partecipazione di istituzioni, professionisti, aziende e pazienti, ha messo in luce esperienze concrete d'integrazione degli interventi e dei servizi socio-sanitari ritagliati sulle esigenze del paziente. Sono stati presentati quindi diversi progetti realizzati in ambito ematologico e non solo, che rappresentano esempi virtuosi di risposta integrata ai bisogni di diagnosi, terapia e assistenza delle persone con malattie oncoematologiche.
"Molte di queste progettualità- hanno spiegato- sono nate dalla collaborazione tra pubblico e privato e rappresentano modelli positivi di partnership gestiti in trasparenza e con il supporto di regole gestionali condivise. In particolare. Tale collaborazione, quindi, consente di migliorare il rapporto tra innovazione e sostenibilita` del Sistema sanitario nazionale, attraverso una linea di convergenza sulla necessita` di costruire network intorno al paziente: la collaborazione tra pubblico e privato, insomma, e` una formula vincente che va a tutto beneficio dell'offerta complessiva di servizi al paziente". Il ruolo strategico della ricerca, il valore della competenza professionale e l'integrazione fra le due è determinante nella gestione delle malattie croniche, così come per alcune malattie oncoematologiche. Tra i progetti presentati oggi, intanto, due attivita` di network sostenute da un contributo incondizionato di ARIAD Pharmaceuticals: il progetto 'Euriclea' e il progetto 'NEXT-IN-Ph+Leukemias'.
"Il progetto 'Euriclea'- hanno spiegato- è focalizzato sulla gestione quotidiana della leucemia mieloide cronica (terapia, sintomi, eventi avversi) attraverso lo sviluppo di una figura professionale con competenze specifiche sulla malattia, che risponda in maniera continuativa ai bisogni di questo tipo di paziente. La gestione degli eventi avversi migliora l'aderenza alla terapia e limita la discontinuità di assunzione dei farmaci. Il paziente per questo ha necessità di un supporto continuo all'interno dei reparti ospedalieri, ma anche dopo la dimissione e nel follow-up". Ha commentato Felice Bombaci, presidente del Gruppo Ail Pazienti LMC: "Questo progetto rappresenta un esempio positivo di come fare network tra professionisti possa migliorare il percorso di gestione delle patologie neoplastiche. Nel dibattito di oggi- ha sottolineato- è emersa grande consapevolezza da parte delle istituzioni sul l'esigenza di mettere il paziente al centro della rete come chiave di successo della cura".
Quanto al progetto 'NEXT-IN-Ph+Leukemias', quest'ultimo è focalizzato sulla ricerca nella diagnostica avanzata.
"NEXT-IN-Ph+Leukemias- hanno infatti spiegato gli esperti- è una rete di laboratori, coordinati dal Dipartimento di medicina specialistica, diagnostica e sperimentale dell'Università di Bologna, diretto dal professor Giovanni Martinelli, che consente al paziente di ottenere una diagnosi certa e predittiva nelle leucemie Philadelphia positive ovunque egli si trovi in Italia. La tecnica utilizzata è chiamata 'deep sequencing' o 'sequenziamento del genoma' e rappresenta una modalità diagnostica di eccezionale innovatività e sofisticazione, in grado di rilevare precocemente la variazione delle mutazioni genetiche che possono dare origine a forme oncoematologiche di difficile gestione terapeutica. È evidente, quindi, che il deep sequencing diviene strumento di eccezionale importanza per il medico nella scelta terapeutica, sempre più personalizzata per singolo paziente".
L'Istituto superiore di sanità, ha proseguito Ugo Testa, del Dipartimento di oncologia e medicina molecolare dell'Iss, promuove programmi "di studio, ricerca e sviluppo di tecnologie di avanguardia. Per questo tutti i nostri ricercatori sono particolarmente attenti a modelli innovatici di diagnostica in sanità, come quelli presentati oggi in ematologia. Riteniamo che i frutti di queste esperienze, allora, debbano essere valutati attentamente per consentirne una eventuale applicazione e standardizzazione all'interno del sistema oncologico". Secondo Testa, molti modelli sviluppati dall'ematologia nello studio, nella diagnostica e nella terapia delle neoplasie ematologiche "sono stati e devono continuare ad essere di tipo propedeutico e, nella loro estensione ad altre discipline, hanno consentito applicazioni proficue e valide per tutto il settore oncologico".
Un aspetto molto importante legato ai modelli di network presentati, infine, riguarda la possibilità di stimolare lo sviluppo e trattenere intelligenze scientifiche nel nostro Paese. "Essi permettono una migliore diagnosi ed una cura mirata- hanno aggiunto- consentendo il riconoscimento delle professioni di eccellenza nel nostro Paese. Al contempo, tali modelli possono garantire una razionalizzazione dei costi per il Servizio sanitario nazionale", hanno concluso.
(Wel/ Dire)