(DIRE) Roma, 26 mag. - "Il mio obiettivo è che alla fine del mandato le Regioni in piano di rientro escano dal piano di rientro. Ma per farlo devono lavorare per mettersi in regola e riuscire a fare un salto di qualità per la salute dei loro cittadini. In questo senso sono molto egoista: io e la mia famiglia viviamo a Roma e se qualcuno si sentisse male, vorrei che fosse assistito esattamente come se vivesse a Milano.
Dobbiamo però aiutare le Regioni in piano di rientro ad avere i mezzi e le possibilità per farlo". Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo a Roma al convegno 'Il futuro dell'alta complessità', che si è svolto presso l'European Hospital.
"A breve- ha proseguito- io e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, faremo una conferenza per annunciare i soldi che siamo riusciti a dare al Lazio, ma non sono niente in confronto alle cifre, e parliamo di miliardi, che hanno ricevuto le Regioni non in piano di rientro negli ultimi cinque/sei anni. Quando vado nell'ospedale bellissimo di Bergamo, che però è costato 450 milioni di euro, mi chiedo quando mai la Regione Lazio poteva fare una cosa del genere. Questo per dire che, anche nell'ambito delle regole di commissariamento, c'è stato un ulteriore depauperamento per le Regioni che già erano in difficoltà. E se si toglie l'ossigeno ad una persona che già non sta bene, probabilmente muore. Questo è un po' quello che è accaduto in alcune Regioni".
Per questo, ha proseguito Lorenzin, "abbiamo pensato ad una serie di misure, in particolare a una che detta i temi per uscire dal piano, già inviata al Mef, ma anche ad alcuni meccanismi di pura equità che permettano alle Regioni in piano di rientro, che hanno centri di eccellenza, di poter avere accesso alla mobilità attiva. Quello che è successo nel Lazio, e in parte anche in Campania, è incredibile: si è impedito ai pazienti che avevano diritto a venirsi a curare in strutture di eccellenze da noi.
Così, impedendoglielo, le Regioni hanno avuto meno risorse, che erano meritorie, quando già erano in una fase di difficoltà. In questo modo- ha concluso Lorenzin- si è creato l'assurdo per cui, paradossalmente, è aumentata anche la mobilità passiva".
(Wel/ Dire)