(DIRE) Roma, 24 mag. - Roma "un malato cronico", e il resto del Lazio con una situazione "preoccupante. Nelle altre province, infatti, c'è stato uno svuotamento dei livelli di assistenza, perché abbiamo dei piani di rientro che sono stati costruiti in modo un po' kafkiano". Ma "negli ultimi due anni e mezzo abbiamo iniziato a fare sul serio per uscire dal commissariamento e tornare ad una situazione di normalità; oltre a risolvere problemi di natura economica c'è da fare anche un lavoro sulla qualità dei servizi, rispettando l'esigenza e il fabbisogno di tutti e garantendo assistenza ai cittadini". Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo a Roma in occasione di un incontro con i rappresentanti di un centinaio di aziende sanitarie private del Lazio accreditate presso il Servizio sanitario nazionale con la sezione Sanità di Unindustria, che si è svolto presso il dicastero. Erano presenti il presidente di Unindustria, Maurizio Stirpe, il direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, Renato Botti, il subcommissario per la Sanità della Regione Lazio, Giovanni Bissoni.
"Negli anni le Regioni che non erano in piano di rientro hanno potuto crescere e innovare- ha continuato- mentre quelle che erano in piano di rientro purtroppo non sono riuscite a portare avanti un processo di innovazione ed efficientamento del sistema. Anche nel Lazio non c'è una una situazione felicissima, nonostante ci siano alcuni centri di eccellenza con un personale di altissima qualità".
Per il ministro, poi, il fatto che una serie di riforme è stata calibrata su modelli di altre Regioni "ha creato nel Lazio problemi. Per questo c'è necessità di accompagnare queste riforme e di trovare un modus operandi che eviti nuove situazioni di debiti. Servono quindi modelli costruiti su altre Regioni che non siano distruttivi per le altre".
(Wel/ Dire)