(DIRE) Rimini, 23 mag. - Occorre "ritrovare la stella polare della professione medica", perché ora "abbiamo perso la rotta". A Rimini nei giorni scorsi per la convention della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, 'Guardiamo il futuro', il vicepresidente dell'Ordine di Roma, Giuseppe Lavra, ha sottolineato, parlando con l'agenzia Dire, lo stato di "malessere" in cui si trova la categoria. "Il medico italiano è smarrito, confuso e accerchiato come se fosse il colpevole di chissà che cosa". In particolare Lavra ha puntato il dito contro il famigerato comma 566 della legge di Stabilità, che "caccia fuori i medici dalla loro identità e dalle loro competenze", prevedendo che "diagnosi e cura possono essere scomponibili in atti complessi e semplici", con i secondi non più prerogativa dei medici.
"C'è malafede da parte di qualcuno per scalare posizioni organizzative", ha attaccato il vicepresidente dell'Ordine romano. E si va contro quanto previsto dal Codice di deontologia nel 18 maggio 2014, vale a dire che la diagnosi è di "esclusiva e non demandabile competenza del medico".
Certo, ha aggiunto, il problema degli infermieri esiste e merita "un'attenzione seria ed onesta" sia per quanto riguarda il riconoscimento economico che quello professionale. Ma la prospettiva non può essere trasformarli in 'simil medici'".
Da questo punto di vista la tre giorni di convegno ha dato i sui frutti, con lavori "molto intensi da cui sono uscite cose molto importanti. Nella convinzione che occorra tenere ben presente la contro parte rappresentata dai cittadini. Se c'è un problema di sostenibilità- ha concluso Lavra- invece che stuzzicare il mondo privato e assicurativo, occorre fare contribuire di più chi ha un reddito più elevato, in modo da potere curare anche gli ultimi. Perché il problema non è solo per la categoria, ma per la sosteniblità del sistema".
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