(DIRE) Roma, 20 mag. - La celiachia è un'infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. In Italia interessa circa 600mila persone, ma la sua diagnosi è ancora fortemente sottostimata: nel nostro Paese, infatti, si stima che a fronte dei circa 175mila pazienti diagnosticati a oggi, ci siano oltre 400mila persone che non sanno ancora di essere celiache. Questo significa che meno del 30% dei celiaci è diagnosticato, mentre gli altri mettono a rischio ogni giorno la loro salute, esponendosi a gravissime complicanze, che minano la salute dei pazienti e gravano fortemente sulla spesa sanitaria pubblica. È quanto emerso oggi a Roma in occasione del convegno 'Allergie, intolleranze e celiachia: tra verità scientifiche e falsi miti', organizzato dall'Aic (Associazione italiana Celiachia), in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità, che si è svolto presso l'Iss.
"La diagnosi di celiachia- ha spiegato Giuseppe Di Fabio, presidente Aic- oltre che un dovere verso la salute dei pazienti, è un'importante operazione di prevenzione e di contenimento della spesa sanitaria, perché il celiaco non diagnosticato, oppure con diagnosi tardiva, manifesta gravi complicanze che compromettono la qualità della vita e costringono a frequenti ricorsi a cure mediche che gravano sulla collettività. In media sono richiesti ancora 6 anni dall'inizio dei sintomi per arrivare ad una diagnosi, sprecando così denaro pubblico con esami inutili e costosi e ritardando l'inizio della terapia".
La celiachia non diagnosticata, intanto, può portare a problematiche quali fratture spontanee ripetute in uomini e donne, aborti spontanei ripetuti, infertilità, disturbi della gravidanza, carenza di ferro o anemia, fino a complicanze drammatiche tra cui il linfoma intestinale.
"Per questo- ha proseguito Di Fabio- è importante ridurre il tempo di diagnosi e quello dei celiaci non diagnosticati. In questo senso pazienti e medici hanno un ruolo fondamentale nel riconoscere la malattia nelle sue più svariate forme e noi, come associazione, sensibilizziamo loro con linee guida e materiale informativo. Inoltre, sosteniamo la migliore ricerca scientifica sulla celiachia in Italia: la Fondazione Celiachia in tre anni ha finanziato 10 progetti di ricerca- ha concluso il presidente Aic- per un totale di 1.500.000 euro con bandi di ricerca annuale". DIETA SENZA GLUTINE FA DIMAGRIRE E' FALSO MITO - La moda del senza glutine, per la quale si e` addirittura arrivati a coniare il termine 'glutenfobia', puo` portare a mancate diagnosi o a ritardi nelle stesse. Da recenti indagini sui consumatori risulta che 1 italiano su 10 ritiene che la dieta gluten free sia piu` salutare e che 3 su 10 pensano che faccia dimagrire. False credenze smentite da gastroenterologi e nutrizionisti, queste, che possono portare a conseguenze negative per la salute. Chi si mette a dieta senza glutine e senza una diagnosi precisa, infatti, rischia di vanificare la possibilita` di scoprire se la celiachia sia la vera causa dei suoi malesseri. "Il termine di intolleranza al glutine- ha spiegato Marco Silano, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica, Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell'Iss- una volta veniva utilizzato come sinonimo di celiachia, oggi si preferisce non utilizzarlo perché c'è il rischio di confonderlo con la moda secondo cui il glutine andrebbe tolto dalla dieta perché fa male alla popolazione in generale, anche a chi non è celiaco. In realtà questo è assolutamente un falso mito, perché il glutine va escluso solo dall'alimentazione di chi è celiaco; per chi non lo è, oppure non ha allergia IgE mediata al grano, non c'è nessun motivo di escludere il glutine dalla dieta". Di questa limitazione, ha spiegato ancora l'esperto, non c'è "affatto bisogno, anche perché la dieta senza glutine limita la qualità di vita soprattutto nei rapporti sociali, dove c'è il problema di non poter mangiare quello che mangiano gli altri quando si va a pranzo o a cena insieme".
Ma quante sono le persone che hanno iniziato a seguire una dieta gluten free senza che ce ne fosse bisogno? "Ci sono stime che arrivano a parlare addirittura di un 5% della popolazione generale- ha risposto Silano ai giornalisti- che ha iniziato a seguire una dieta senza glutine, mentre un 10% ha pensato di togliere il glutine dalla sua alimentazione". La dieta senza glutine, dal punto di vista nutrizionale, attualmente non ha grossi deficit ma solo "due grossi problemi- ha aggiunto l'esperto- il primo è che il frumento viene sostituito dal mais, un cereale che ha un indice glicemico peggiore rispetto al frumento; il secondo è che gli amidacei, un'altra base per la dieta senza glutine, come per esempio le patate, andrebbero limitate- ha concluso- perché hanno una componente amidacidea molto importante".
SU 600MILA CASI 2 SU 3 RIGUARDANO DONNE - Dei circa 600mila casi di celiachia stimati nella popolazione italiana, ben due su tre riguardano il sesso femminile. Sono circa 400mila le italiane con celiachia contro 200mila uomini, ma in entrambi i sessi le diagnosi sono tuttora poche, nonostante crescano di oltre il 10% ogni anno e i casi accertati sono appena 180mila in entrambi i sessi. "La nostra attenzione alle donne è giustificata dai numeri- hanno fatto sapere dall'Aic- per questo di recente il nostro comitato scientifico ha realizzato anche la guida 'Donna&Celiachia' dedicata ai medici di base e agli specialisti coinvolti piu` spesso nell'assistenza alle donne, come i ginecologi, gli ostetrici e gli endocrinologi, per aiutarli a riconoscere se le loro pazienti siano celiache anche quando non presentino i sintomi classici della malattia". La guida, disponibile gratuitamente su www.settimanadellaceliachia.it, e` stata presentata in Senato lo scorso 27 aprile con l'obiettivo di "far emergere dall'ombra le tre pazienti con celiachia su quattro che a oggi sono ancora ignare della loro condizione, per evitare- hanno concluso gli esperti- le numerose e gravi conseguenze dell'intolleranza non diagnosticata".
(Wel/ Dire)