(DIRE) Roma, 18 mag. - Una serie di azioni volte a valutare i rischi di infezione per gli atleti che parteciperanno alle prossime Olimpiadi di Rio, pianificare gli interventi di prevenzione, pianificare la gestione di eventuali situazioni a rischio di infezione. È in sintesi il contenuto di un protocollo di intesa firmato a Roma dal Coni, attraverso l'Istituto di Medicina e Scienza della Sport, e l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive 'L. Spallanzani'. "Due eccellenze- commenta l'ad di Coni Servizi, Alberto Miglietta- si uniscono per sostenere i nostri ragazzi in questa importantissima esperienza a Rio. Siamo felici di averlo fatto con l'Istituto Spallanzani. Il Comitato Olimpico e Coni Servizi cercano sempre accordi con quelle che sono le eccellenze italiane. Noi riteniamo di esserlo e altrettanto è l'Istituto Spallanzani".
Aggiunge Marta Branca, Commissario straordinario Inmi: "L'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive 'L. Spallanzani' si attesta ancora una volta come struttura in grado di affrontare tutti gli aspetti delle malattie infettive a disposizione di tutti gli italiani e per gli atleti che ci rappresentano nel mondo. Mi entusiasma il lavoro silenzioso e costante dei nostri professionisti e ricercatori che consente di offrire velocemente alle Istituzioni, in questo caso al Coni, il necessario contributo scientifico e culturale". Questo accordo consolida il rapporto tra il Coni e l'Inmi che già in passato hanno collaborato in iniziative di prevenzione in occasione di grandi eventi sportivi in Italia ed all'estero.
"Il modello che Coni ed Inmi hanno sviluppato nel corso degli ultimi mesi- si legge in una nota- e che vede oggi la conclusione, è stato lungimirante ed anticipatorio rispetto alle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e del Centro Europeo per il controllo delle malattie. Tale modello ha una particolare rilevanza quest'anno per la presenza dell'epidemia di Zika e prevede il monitoraggio anche dopo il ritorno degli atleti, un percorso individualizzato, la pianificazione di controlli ambulatoriali tempestivi e prestazioni di diagnosi e cura eventualmente necessari, la consulenza specialistica h24 attraverso un servizio di teleconsulto dedicato, la predisposizione di un vademecum informativo distribuito alle delegazioni italiane impegnate all'estero".
Alla firma del protocollo, che si è svolta presso l'Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, erano presenti anche il dottor Antonio Spataro, direttore sanitario dell'Imss e il dottor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico Inmi. "In questo modo- dichiara Spataro- forniamo un'ulteriore tutela sulla delegazione italiana a Rio per quanto riguarda le diverse patologie e, quindi, la firma di questo accordo mi fa molto piacere". Il modello che Coni ed Inmi hanno sviluppato nel corso degli ultimi mesi e che vede oggi la conclusione, conclude Ippolito, è stato "lungimirante ed anticipatorio rispetto alle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e del Centro Europeo per il controllo delle malattie".
(Wel/ Dire)