(DIRE) Roma, 21 lug. - "Il Consiglio d'Europa non ha mai condannato l'Italia per la mancata applicazione della legge 194/78 in relazione al rapporto tra obiezione di coscienza e accesso ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza, come purtroppo erroneamente riportato da molti organi di stampa". Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, rispondendo al question time alla Camera in merito alle iniziative per il monitoraggio dell'applicazione della legge 194 del 1978, al fine di garantire il diritto all'obiezione di coscienza del personale sanitario.
"Il comitato dei ministri del Consiglio d'Europa dello scorso 6 luglio, infatti- ha proseguito- si è pronunciato sulla decisione del comitato dei diritti sociali che nell'ottobre del 2015 aveva parzialmente accolto un reclamo proposto dalla Cgil in merito alla presunta mancata applicazione della legge 194.
Quest'ultima decisione, per come avevo evidenziato, scaturiva dal fatto che il predetto comitato non aveva potuto prendere in considerazione i dati più recenti sull'applicazione della legge in materia, l'interruzione volontaria di gravidanza, contenuti nella relazione trasmessa al Parlamento in data successiva a quella in cui il comitato stesso aveva preso la sua decisione".
Da questi dati, rivelati per la prima volta anche in forma disaggregata "a livello sub-regionale e per ogni singola Asl- ha aggiunto Lorenzin- emerge con chiarezza che il carico di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore è congruo rispetto alle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate e non sembra tale, quindi, da impedire ai non obiettori di svolgere anche altre attività oltre al servizio di interruzione volontaria di gravidanza".
E sono proprio questi i dati che il comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha valutato "positivamente lo scorso 6 luglio. Ma non intendo fermarmi a questo riconoscimento internazionale- ha sottolineato il ministro- Intendo infatti proseguire su questa strada, che ho avviato tre anni fa, consapevole che gli eventuali problemi di accesso ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza sono dovute a criticità organizzative locali e non al numero degli obiettori di coscienza".
Ha infine concluso Lorenzin: "Ho dato disposizione ai miei uffici affinché le Regioni siano sollecitate a predisporre report sull'applicazione della legge 194/78, sulla base di un format di riferimento messo a disposizione delle stesse Regioni".
(Wel/ Dire)