(DIRE) Roma, 11 lug. - Presentati, per la prima volta in versione integrale, in una seduta pubblica del Comitato Centrale Fnomceo, alla presenza di parlamentari e rappresentanti del Ministero della Salute e delle principali Istituzioni sanitarie, i risultati dell'indagine condotta dalla Fnomceo in collaborazione tra Slow Medicine, che ha coinvolto un campione di 4263 medici (dei quali 3688, più di uno su cento dei 354831 medici italiani, hanno risposto a tutte le domande) sul tema di: come reagisce il medico di fronte alla richiesta, da parte del paziente, di esami, trattamenti, procedure ritenuti non necessari o inappropriati? Il questionario - elaborato sul modello di quello impiegato in USA da Abim Foundation, l'Associazione promotrice della campagna Choosing Wisely - è stato diffuso negli ultimi mesi del 2015.
Dalla ricerca emerge come i medici che hanno partecipato appaiono consapevoli del fenomeno e del proprio ruolo nell'affrontarlo, pronti ad assumersi responsabilità e con le idee chiare sugli strumenti e sulle modalità. E se il 44% dichiara di ricevere, più volte a settimana se non ogni giorno, richieste di esami e trattamenti non necessari, il 66% afferma che i pazienti seguono sempre, quasi sempre o spesso il loro consiglio e non vi si sottopongono. I più bersagliati dalle richieste "inappropriate" sono i medici di famiglia, che sono però anche quelli che sembrano fare più fatica a farsi ascoltare dai pazienti.
Infatti se il paziente non è convinto e insiste, il 36% dei medici rispondenti dichiara di prescrivere un test, un trattamento o una procedura pur ritenendolo inutile e il 20% si dichiara incerto.
Tra gli strumenti utili a convincere i pazienti, i medici mettono al primo posto (88%) il tempo per la relazione di cura, per il dialogo e la discussione, il poter disporre di materiale EBM (evidence based) "sulla scrivania", per poter meglio illustrare le motivazioni e aiutare il paziente a scegliere (84%); a seguire, interventi a livello legislativo, primo tra tutti la riforma della legge sulla responsabilità professionale (83%).
"Emerge a più livelli un contesto di sofferenza della Professione del Medico - ha commentato la senatrice Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato - a partire dalla formazione dei medici, dallo scollamento tra insegnamenti accademici e pratica clinica, per arrivare al modellarsi dell'opinione dei pazienti, sempre meno inclini ad ascoltare il medico o a fidarsi delle evidenze scientifiche, e sempre più attirati dai canti delle sirene di internet e dei social network. Per questo è importante una risposta dei medici, pronti a riaffermare in maniera forte il proprio ruolo".
Prossimo passo, un'analoga ricerca ma condotta, questa volta, sui pazienti: i risultati saranno presentati a ottobre.
(Wel/ Dire)