(DIRE) Roma, 11 lug. - Lavori sempre più sedentari e diminuzione dell'attività fisica: sono i principali fattori che incidono sull'aumento di obesità e diabete, le cosiddette 'malattie della società del benessere', che crescono in maniera esponenziale nel mondo raggiungendo oggi quota 250 milioni. Alla base anche lo spostamento sempre più massiccio verso le aree urbane, caratterizzato da cambiamenti sostanziali dello stile di vita rispetto al passato. Ma è proprio dalle città che potrebbe arrivare un'opportunità di promozione della salute: ne sono convinti gli esperti indicati da ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Anci, Università di Roma 'Tor Vergata', Istat e Censis, che a Roma hanno presentato il manifesto 'La salute nelle città: bene comune', in occasione del primo 'Health City Forum' organizzato da (Ibdo) Italian barometer diabetes observatory.
"Il think tank ha messo a punto il manifesto- ha spiegato Andrea Lenzi, professore ordinario di Endocrinologia, presidente del Consiglio universitario nazionale (Cun) e coordinatore di 'HealthCity Think Tank'- che si propone di offrire alle istituzioni e alle amministrazioni locali spunti di riflessione per guidarle nello studio di questi determinanti nei propri contesti urbani, facendo leva su di essi per mettere a punto strategie per migliorare gli stili di vita e la salute del cittadino". Intanto in Italia quasi 4 cittadini su 10 risiedono nelle 14 città metropolitane, mentre nell'Unione Europea, fatta eccezione per la Francia, le aree urbane tendono a registrare incrementi demografici più elevati a causa del saldo migratorio.
"Cento anni fa- è emerso dall'incontro di oggi in piazza di Pietra- solo il 20% della popolazione mondiale viveva in città. Per la metà del secolo arriveremo al 70% di residenti nelle aree urbane. L'aumento è straordinario, al ritmo di 60 milioni di persone che ogni anno si spostano da ambienti rurali verso le città, soprattutto nei Paesi a medio reddito. Non solo, le proiezioni mostrano che nei prossimi 30 anni la crescita globale avverrà virtualmente soltanto nelle aree urbane. Ma se oggi circa il 10% della popolazione urbana vive in megalopoli, con oltre 10 milioni di abitanti, ormai presenti in ogni angolo del pianeta, saranno soprattutto le città più piccole- hanno concluso gli espertri dell'Ibdo- a sostenere la quota maggiore di incremento".
(Wel/ Dire)