(DIRE) Roma, 30 giu. - I problemi connessi alla malattia renale cronica non sono percepiti adeguatamente dai cittadini e dalle autorità sanitarie. Ciò si registra nonostante la mortalità determinata da insufficienza renale sia addirittura superiore a quelle per tumori di prostata e mammella messe insieme. E' l'allarme lanciato da Giorgio Battaglia, delegato ai rapporti con le istituzioni per la Società italiana di Nefrologia, durante un'audizione in Commissione Igiene e Sanità al Senato. Battaglia ha inoltre osservato che "la malattia renale cronica rappresenta uno dei maggiori problemi sociali e sanitari: sebbene i pazienti in dialisi siano solo lo 0,08 per cento della popolazione italiana, ciascuno di essi consuma fino a 25 volte il valore della spesa sanitaria pro capite. Inoltre, da un recente studio, è emerso che il costo in tre anni di un paziente trapiantato di reni è di circa 95 mila euro, mentre nello stesso periodo di tempo il trattamento dei pazienti non trapiantati costa circa 123 mila euro".
Da parte sua Giuseppe Remuzzi, già presidente della Società internazionale di Nefrologia, ha puntato i riflettori su una criticità del sistema italiano: "Una parte rilevante delle dialisi che si effettuano nelle regioni meridionali italiane è correlata all'interesse economico dei centri privati specializzati, e che il sistema basato sui DRG può talora rappresentare, nell'ambito delle strutture pubbliche, un fattore di disincentivazione dei trattamenti sanitari alternativi alla dialisi o che possono prevenire la necessità di ricorso a quest'ultima".
Ugo Teatini, membro del Consiglio direttivo della Società italiana di Nefrologia, da parte sua ha rilevato che "circa il 30 per cento dei pazienti accede alla dialisi senza che la propria patologia renale sia stata preventivamente segnalata".
(Wel/ Dire)