(DIRE) Roma, 7 giu. - Giovedì 26 maggio il prof. Nicola Pirozzi ha eseguito il primo intervento presso l'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea di confezionamento di fistola artero-venosa brachiale per emodialisi mediante procedura di microchirurgia assistita con microscopio intraoperatorio. La fistola artero-venosa (AV) rappresenta la principale modalità di accesso vascolare per i pazienti in emodialisi cronica regolare trisettimanale.
L'emodialisi è il trattamento di depurazione del sangue che consente la sopravvivenza per tempi illimitati a pazienti che, per malattie diverse o per complicazioni di interventi chirurgici, hanno perso la funzionalità dei reni. Il sangue viene prelevato, trattato e restituito depurato al paziente.
L'approccio tradizionale prevede che una protesi vascolare sia utilizzata per convogliare sangue arterioso alla vena, così da rendere disponibile un flusso adatto ad essere prelevato, mediante aghi di grande calibro, e inviato al rene artificiale per la depurazione. La tecnica utilizzata dal Prof. Pirozzi lo scorso 26 maggio consente di realizzare tale flusso ematico con un anastomosi (collegamento) tra un'arteria e una vena del braccio e differisce dall'intervento standard di chirurgia vascolare convenzionale in quanto impiega la microchirurgia dopo arresto del flusso di sangue al braccio. È in tal modo possibile visualizzare al microscopio e operare vasi di piccolo diametro, calcifici o lesionati da malattie delle arterie e vene- come il diabete- in pazienti anziani con gravi vasculopatie, bambini o, comunque, soggetti fragili. La disponibilità di una fistola AV adeguata permette di prelevare oltre 300 ml di sangue al minuto per sottoporlo al trattamento depurativo. L'impiego di vasi propri del paziente evita il rischio di infezioni od ostruzioni dell'accesso vascolare, gravi complicazioni dei cateteri venosi centrali impiegati in alcuni pazienti con insufficienza renale acuta, o quando lo stato delle arterie e delle vene del braccio non ha consentito la realizzazione di una fistola efficace con le tecniche tradizionali.
Tale prestazione rinforza l'offerta assistenziale rivolta ai portatori di malattie renali croniche nella Capitale e nella Regione Lazio, dove i Centri di Nefrologia e Dialisi lavorano generalmente con un approccio basato sulla chirurgia vascolare convenzionale. L'esclusività di questa procedura si inserisce a pieno titolo nel nuovo progetto regionale di Rete Nefrologica in cui l'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea rivestirà un ruolo di Centro di Riferimento per l'area di Roma Nord e sarà certamente motivo di attrazione per molti pazienti complessi che erano finora costretti a rivolgersi ad altre strutture nel Nord Italia o all'estero.
Il ruolo formativo della Scuola di Specializzazione in Nefrologia della Facoltà di Medicina e Psicologia di Sapienza Università di Roma presso l'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea sarà notevolmente potenziato dalla opportunità di addestrare "sul campo" altri operatori e giovani nefrologi a questa ed altre tecnologie necessarie al sostegno dei malati di reni, con una positiva ricaduta potenziale nei prossimi anni per tutti i centri ospedalieri di Roma e del Lazio.
(Wel/ Dire)