(DIRE) Roma, 22 gen. - "È un testo unico non sconosciuto al ministero della Salute e a quello della Giustizia, con i quali c'è stato un lavoro continuo. Si tratta di un progetto di legge che riguarda non solo i medici, ma tutti gli operatori che operano nel sistema sanitario, facendo riferimento a tutte le strutture sanitarie e socio-sanitarie. Abbiamo cercato, infatti, di mantenere un equilibrio tra la tutela del professionista e la possibilità per il cittadino di avere un risarcimento in tempi più brevi. In esso, inoltre, è stata introdotta la disciplina per l'organizzazione delle strutture sanitarie che riguarda la riforma sistema auditing allargamento ad altre figure professionali della carriera manageriale; l'obbligo di copertura assicurativa per tutte le strutture pubbliche e private, perché oggi non tutte ce l'hanno; l'assicurazione per tutti i professionisti, perché tutti dovranno avere copertura contro azioni di rivalsa". Così il deputato Pd Federico Gelli, relatore del ddl che porta il suo nome sul regime della responsabilità dei medici, intervenendo a Roma ad un convegno organizzato sul tema dall'Ordine degli avvocati e dall'Associazione Scudomed, che si è svolto presso la Corte di Cassazione.
"Da più di 15 anni- ha proseguito Gelli- molti disegni di legge sono naufragati, anche il ddl Balduzzi non è esaustivo. Per quanto riguarda quello che porta il mio nome, invece, non si tratta di un ddl del governo, ma del Parlamento. E questa è una differenza sostanziale per la forza che lo stesso Parlamento gli conferisce. Il 25 gennaio, quindi, la proposta è all'ordine del giorno dell'Aula, mentre martedì, mercoledì e giovedì ci sarà il voto finale, poi andrà in Senato". Con il ddl Gelli, ha proseguito il relatore, il cittadino "mantiene la possibilità di richiedere il danno alla struttura, ma introduciamo anche due norme per aiutare i cittadini ad avere in tempi più rapidi, rivolgendosi direttamente all'assicurazione".
Altra novità, poi, è "l'accertamento tecnico preventivo- aggiunge il deputato Pd- Ma non solo: nel provvedimento è stato inserito anche il fondo di garanzia per i soggetti danneggiati, nel caso in cui la compagnia fallisse o nel caso in cui i massimali non coprissero il danno. Prevediamo, inoltre, la possibilità di affiancare al medico legale specialisti competenti della materia". Ha spiegato ancora Gelli, parlando del ddl che porta il suo nome: "È ancora prevista l'introduzione di linee guida sulla condotta del medico, sulle prestazioni sanitarie con finalità preventive, diagnostiche, terapeutiche e riabilitative. Il punto di arrivo, insomma, sarà quello di istruire un organismo indipendente che non deve essere il ministero della Salute- ha concluso- per la definizione delle linee di indirizzo".
DG SAN CAMILLO: "13 MLN 'ACCANTONATI' PER EVENTUALI CAUSE" - "Il San Camillo, in questo momento, e' un'azienda ospedaliera che utilizza il metodo della gestione diretta dei sinistri. Questo significa che l'azienda utilizza il proprio patrimonio per le richieste di risarcimento danni: attualmente l'accantonamento che il San Camillo mette a bilancio per i sinistri che si sono verificati, e il cui esito e' ancora incerto, ammonta a circa 13 milioni di euro. L'azienda in questo modo mette a bilancio a titolo di riserva, cioe' 'accantona' questa somma, proprio nel caso in cui venisse condannata a risarcire le persone". Cosi' Antonio D'Urso, direttore generale del San Camillo di Roma, intervistato dall'agenzia Dire in occasione del convegno.
"Per quanto riguarda il San Camillo- prosegue il dg- io distinguerei le richieste di risarcimento danni, che hanno una frequenza settimanale, dalle sentenze di condanna, che evidentemente sono maggiormente diluite nel tempo. Adesso, per esempio, stanno arrivando sentenze anche per fatti accaduti sei o sette anni fa". I professionisti, intanto, vivono uno stato di ansia e angoscia. Qual e' il suo parere sul Ddl Gelli? Pensa che la situazione potra' migliorare? "Sicuramente- risponde D'Urso- il Ddl Gelli ha un grande vantaggio: quello di porre gli strumenti di gestione del rischio clinico all'interno del governo delle aziende e di valorizzarli. Questa rappresenta la premessa indispensabile per ridurre il rischio, imparare dall'errore e mettere i professionisti in un'ottica di collaborazione proprio per prevenire i rischi. Il Ddl Gelli, anche per ammissione dello stesso relatore, contiene pero' dei punti da migliorare".
DG ASL ROMA 4: "DDL GELLI PASSO AVANTI PER CONTENZIOSO" - "Il ddl Gelli e' uno strumento molto ma molto importante, al di la' di alcune critiche portate avanti da organizzazioni sindacali, perche' diventa azione di sistema di un coacervo di comportamenti, norme e procedure che ad oggi sono tutte scollate. Sicuramente e' un passo in avanti, poi bisogna verificare, una volta adottato, che tipo di recepimento avremo in ogni singola regione. Bisogna stare molto attenti, inoltre, anche alle azioni a macchia di leopardo che sono tipiche del nostro sistema sanitario nazionale, perche' dal nord al sud ci sono varie modalita' di funzionamento dei servizi sanitari". Cosi' Giuseppe Quintavalle, direttore generale della Asl Rm4, intervistato dall'agenzia Dire in occasione del convegno.
"In ogni regione, quindi- prosegue Quintavalle- ci deve essere, oltre alla direttiva nazionale e ad un decreto cosi' importante, anche un recepimento adeguato. In questo senso ho potuto constatare che la Regione Lazio, sulla sicurezza dei laboratori e su quelli che sono i rapporti che stiamo cercando di costruire nell'ambito dei contenziosi, ha gia' posto in essere delle misure prima di studio, poi di osservazione e adesso anche di supporto dell'azienda". Quanto ai contenziosi, prosegue il dg della Asl Rm4, capitano "molto spesso. Come Asl territoriale- sottolinea- capita poi che tale contenziosi non riguardino solo gli aspetti ospedalieri, ma anche altri di vario genere, tra cui il dipartimento di prevenzione, la veterinaria e il controllo degli alimenti. Insomma, dietro c'e' veramente un mondo".
A volte, sempre secondo Quintavalle, le Asl "non sono pronte ad agire in maniera proattiva o comunque a rispondere in maniera adeguata. Molte Asl, peraltro, non hanno neanche i servizi di avvocatura e quindi si rivolgono ad avvocati esterni, cercando di risolvere il caso attraverso lo strumento della conciliazione e della mediazione in primis. Anche le azioni interne- sottolinea ancora il dg- volte al miglioramento dei servizi tentano di ridurre questo problema. Naturalmente, come ho sempre detto, un occhio di riguardo va ai nostri cittadini, per cercare soluzioni che portino alla riduzione del contenzioso".
Quello di cui c'e' bisogno, secondo Quintavalle, e' un mediatore formato "che pero'- sottolinea- e' difficile da trovare. In questo momento, all'interno delle Asl, o almeno nella mia, c'e' esiguita' di figure amministrative e molti svolgono piu' ruoli insieme. Quindi e' chiaro che, nella logica di far crescere e formare una persona che sia disposta a mediare per la Asl, in tutte le conciliazioni, e' fondamentale innanzitutto trovare una persona che abbia delle conoscenze giuridiche. Le persone vanno formate, perche' la mediazione non e' un semplice atto di presenza, non e' un accompagnamento passivo all'avvocato di turno, ma deve essere invece- conclude- un confronto per ricostruire un rapporto".
(Cds/ Dire)