(DIRE) Roma, 8 gen. - Tutti hanno le medesime opportunità di ottenere il benessere mentale a qualsiasi età e in particolare per i soggetti più vulnerabili o a rischio. Le persone con problemi di salute mentale sono cittadini che vedono perfettamente riconosciuti, protetti e promossi i loro diritti umani. I servizi di salute mentale sono accessibili anche dal punto di vista finanziario, competenti e a disposizione della collettività in base al bisogno. Le persone hanno diritto a una terapia rispettosa, sicura ed efficace. E ancora, i sistemi sanitari forniscono valide cure per la salute fisica e mentale di tutti; i sistemi per la salute mentale collaborano e si coordinano con altri settori e la governance per la salute mentale e l'erogazione dei servizi sono basati su informazioni e conoscenze attendibili. Sono questi i sette punti cardine del Piano d'azione europeo per la salute mentale (European mental health action plan) a cui dovranno guardare le politiche degli Stati membri fino al 2020 per migliorare la salute e il benessere mentale della propria popolazione. Per ognuno dei sette obiettivi, di cui quattro obiettivi centrali e tre trasversali,sono proposte delle azioni che l'Oms e gli Stati Membri, in funzione delle esigenze e delle risorse disponibili a livello nazionale, locale e regionale, dovranno intraprendere per ottenere risultati misurabili a livello delle politiche e/o dellaloro esecuzione.
Il documento, risalente al 2013, è complementare al Piano d'azione per la salute mentale 2013-2020 dell'Oms (Who Mental Health Action Plan 2013-2020). Ora sono disponibili tutti e due in italiano con traduziuoni curate, su input del Ministero della Salute, dal Centro Collaboratore Oms per la Ricerca e la Formazione in salute mentale - Dipartimento di Salute Mentale dell'AAS 1 Triestina, che ha anche contributo nella fase di stesura alla revisione del testo, affinché ci fosse un'autorizzazione ufficiale da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità.
"Riteniamo che la pubblicazione in italiano - sottolinea il Ministero - possa permettere a tutti un adeguato e approfondito studio dei principi e degli obiettivi che con estrema chiarezza sono indicati nei Piani di Azione. In particolare, principi quali l'accesso universalistico, il pieno rispetto dei diritti umani, l'equità, l'attenzione a tutte le fasi del ciclo di vita, l'empowerment delle persone con l'esperienza del disturbo mentale, l'approccio multisettoriale e gli interventi fondati su evidenze, risultano particolarmente in sintonia con lo spirito della legge di riforma italiana e con i contenuti e le pratiche più avanzate di una salute mentale di comunità".
Per realizzare i propri valori e visioni e di rispondere alle sfide, il Piano d'Azione propone un approccio basato su tre finalità interdipendenti e indivisibili che si rafforzano reciprocamente: migliorare il benessere mentale delle popolazioni e ridurre il carico delle malattie mentali, concentrandosi in particolare sui gruppi vulnerabili, sull'esposizione ai fattori determinanti e sui comportamenti a rischio; rispettare i diritti delle persone affette da problemi di salute mentale e offrire loro opportunità eque per il conseguimento della massima qualità della vita, contrastando lo stigma e la discriminazione; istituire servizi accessibili, sicuri ed efficaci, in grado di rispondere alle aspettative e ai bisogni mentali, fisici e sociali delle persone con problemi di salute mentale e delle loro famiglie.
Gli scenari europei. I disturbi mentali rappresentano una delle più importanti sfide in termini di prevalenza, carico della malattia e disabilità per la salute pubblica nella Regione Europea, che comprende 53 Stati Membri e quasi 900 milioni di persone che vivono in condizioni culturali, economiche, sociali e politiche diverse. Secondo le stime, i disturbi mentali interessano oltre un terzo della popolazione ogni anno, e i disturbi più diffusi sono la depressione e l'ansia. La depressione colpisce due volte di più le donne che gli uomini. All'incirca l'1-2% della popolazione riceve una diagnosi di disturbo psicotico, con una distribuzione equa tra uomini e donne, mentre il 5,6% degli uomini e l'1,3% delle donne evidenzia problemi da uso di sostanze. L'invecchiamento demografico ha portato a un aumento della prevalenza della demenza, che si attesta attorno al 5% tra gli ultrasessantacinquenni e al 20% tra gli ultraottantenni. In tutti i Paesi, il disagio mentale tende a essere più prevalente tra i soggetti più svantaggiati.
Nella Regione Europea, la seconda principale causa del carico di malattia (misurato in DALY - Disability Adjusted Life Years, ovvero gli anni di vita corretti per la disabilità) sono i disturbi neuropsichiatrici con il 19% del carico complessivo. La variabilità all'interno della Regione è considerevole e riconducibile alle diverse condizioni socioeconomiche.
In termini di carico della malattia, i disturbi mentali sono ai vertici della classifica in svariati paesi a reddito elevato dell'Europa occidentale, mentre si attestano solo al quarto o quinto posto in alcuni paesi a basso reddito, dove è maggiore la prevalenza di patologie perinatali o malattie cardiovascolari.
Una percentuale elevata delle persone che percepiscono prestazioni o pensioni sociali a causa di una disabilità hanno un disturbo mentale come patologia primaria. Questo aspetto fa lievitare l'onere finanziario dei problemi di salute mentale per un paese. I disturbi mentali sono la causa di disabilità cui bisogna ricondurre il 44% delle prestazioni sociali e pensioni di invalidità in Danimarca, il 43% di quelle in Finlandia e Scozia e il 37% di quelle erogate in Romania.
(Wel/ Dire)