(DIRE) Roma, 7 gen. - "Bisogna partorire in strutture sicure che abbiano l'h24 della pediatria, che abbiano accesso a una rete neonatale, che abbiano la sub-intensiva per la mamma. E nei territori in cui questo non avviene sempre ci deve essere una rete di emergenza in grado di poter intervenire nel caso di una sofferenza della madre o del bambino". Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in seguito alle recenti morti di parto.
"Non ci sono solo i bambini che nascono morti- ha proseguito- ci sono anche bambini che hanno sofferenze durante la nascita, che provocano degli handicap per tutta la vita e quindi bisogna abbassare ogni fattore di rischio al limite di quello che è l'imprevedibilità che purtroppo c'è in tutte le cose, anche in queste".
LA MORTALITÀ MATERNA NEL MONDO Il tasso di mortalità materna è ancora inaccettabilmente troppo alto. Nel mondo, ogni giorno, circa 830 donne muoiono per complicazioni durante la gravidanza o il parto; solo nel 2015 si stima che ne siano morte 303 mila. Quasi tutte queste morti si sono verificate in ambienti con scarse risorse e, la maggior parte, avrebbero potuto essere evitate.
Secondo il Rapporto globale sulla mortalità materna dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS): Ogni giorno, circa 830 donne muoiono per cause prevenibili legate alla gravidanza e al parto. Il 99% di tutte le morti materne avviene nei paesi in via di sviluppo. Il tasso di mortalità materna è più elevato nelle donne che vivono in zone rurali e tra le comunità più povere. Le ragazze adolescenti in gravidanza corrono un rischio più elevato di insorgenza di complicanze e morte rispetto alle altre donne. Le cure specialistiche prima, durante e dopo il parto possono salvare la vita delle donne e dei neonati. Tra il 1990 e il 2015, la mortalità materna in tutto il mondo è scesa di circa il 44%. Tra il 2016 e il 2030, nel quadro dell'Agenda per lo Sviluppo Sostenibile, l'obiettivo è la riduzione del rapporto globale di mortalità materna a meno di 70 ogni 100.000 nascite.
LA MORTALITÀ MATERNA IN ITALIA Per l'Italia, il Gruppo Inter-agenzia per la Stima della Mortalità Materna (MMEIG) dell'ONU ha stimato un tasso pari a 4 decessi ogni 100 mila nati vivi, utilizzando i dati di registrazione di vita come base per la stima. I dati di registrazione vitale sono considerati di altissima qualità, ma anche questi sistemi non sono perfetti e possono sottostimare il fenomeno. L'Italia, ha messo a punto un sistema di sorveglianza attiva della mortalità materna, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità e finanziato dal Ministero della Salute che, monitora il fenomeno in 8 regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania Puglia e Sicilia) che coprono il 73% dei nati nel Paese.
La mortalità materna, stimata dal sistema di sorveglianza, è pari a 10 decessi ogni 100mila nati vivi con una forte variabilità regionale compresa tra 5 morti in Toscana e 13 in Campania. Le stime confermano che l'Italia è tra i Paesi con la più bassa mortalità materna al mondo sovrapponibile a quella rilevata, attraverso analoghi sistemi di sorveglianza, nel Regno Unito e in Francia.
Nonostante l'Italia registri un contenuto numero di morti materne pari a circa 50 decessi annui, il Ministero della Salute ha ritenuto una priorità di salute pubblica dotarsi di un sistema di sorveglianza in grado di rilevare e valutare ogni morte materna attraverso indagini confidenziali, per identificare eventuali criticità assistenziali o organizzative suscettibili di miglioramento e per ridurre i decessi evitabili stimati pari al 50% nei Paesi socialmente avanzati. Per questo motivo il sistema, grazie al coordinamento dell'ISS, prevede anche la produzione di linee guida e raccomandazioni per la pratica clinica oltre ad attività di ricerca e aggiornamento continuo dei professionisti sanitari sulle principali cause di mortalità e grave morbosità materna evidenziate grazie alla sorveglianza attiva.
Le principali cause di morte materna da complicazione ostetrica diretta sono: emorragie (52%); disturbi ipertensivi (19%); tromboembolismo (10%).
Mentre le principali cause di morti indirette sono rappresentate da: disturbi cardiovascolari (36%); disturbi cerebrovascolari (21%); neoplasie (14%).
Questi risultati sono simili all'analisi globale pubblicata dall'OMS che ha trovato tra le principali cause di mortalità materna diretta: emorragie gravi (per lo più durante e dopo il parto) nel 27% dei casi, la pressione alta indotta dalla gravidanza per il 14%, e le infezioni per l'11%. Il suicidio è risultato responsabile del 12% del totale delle morti materne nella sorveglianza italiana e per questo motivo l'ISS ha promosso un progetto di ricerca - intervento sulla maternità e paternità fragile e sulla prevenzione del disagio perinatale.
In Italia sono state rilevate differenze di mortalità materna tra le regioni, tra immigrate e donne italiane, e in base al livello di istruzione. In Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e Sicilia il tasso di mortalità materna è due volte più elevato tra le donne con un basso livello di istruzione rispetto a quelle con un titolo di studio superiore.
(Wel/ Dire)